Scritto da © Anonimo - Sab, 26/12/2009 - 10:02
Noi che scrivemmo dogmi come si parla al vento
al vento di cui si avrebbe saggio timore
se si capisse la forza delle sue mascelle
quella grazia convessa che spolvera il trifoglio
o la follia delle fiamme che arringano i pompieri.
L’arguzia della giravolta che un seme ospita
dovrebbe un clamore
nei circhi tra gli acrobati
che non sanno di quei volanti nel bosco.
Eppure no.
Toglieremmo il ruolo all’universo
quando caduti
fossimo noi il centro della sua morte contingente.
Ma no - che dico! - scopiazzo sorti
e ingiurio i cupi.
Si abbia almeno un serio animo
variegato di dubbio.
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