Scritto da © Franco Pucci - Mar, 09/08/2011 - 17:23
Non ho capito bene, forse ho confuso gli ultimi passi della danza, sta di fatto che invece di continuare, il temporale si è chetato e spiove. Non v’è traccia di arcobaleno, ma la pioggia ha spento il fuoco acceso e la danza è terminata con un caschè solitario del totem tra le mie braccia. Eppure avevo preparato tutto sin nei minimi particolari: tappetino di pelo di vacca pezzata steso davanti al tepee e tamburi in tinta accordati col diapason di tondino di ferro bresciano dallo stregone di Lacco Ameno, noto per le sue virtù divinatorie che sa infondere in tutto ciò che tocca. Maestro nella confezione di tamburi in legno di baobab nano e pelle di vacca pezzata, abilissimo artigiano iscritto alla CGIA di Mestre con bollini prepagati sulla tessera di socio onorario delle Cooperative Bianche e Rosse, ora tendenti al verde Lega visti i tempi. D’altro canto dopo che Il Senatur ha comunicato al colto e all’inclita di avere virtù divinatorie e - udite udite - anche delle idee, sto pensando seriamente di farmi venire un ictus, hai visto mai? Ora, come vi dicevo, nonostante abbia danzato intensamente tutta la notte (mi voleva Milly Carlucci a “Ballando sotto le Stelle” al posto del principino) la pioggia ha cessato improvvisamente di cadere ed io sono rimasto col classico pugno di mosche in mano (incazzate anzichenò, perché quando piove diventano isteriche e mordono). Così mi tocca scendere a valle, il cielo ora Rosseggia intensamente e per la valle rimbalza l’eco di una sonora pernacchia…Adieau, apprendista stregone dei miei stivali!
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