Scritto da © Bruno Amore - Mer, 28/07/2010 - 08:06
Specchio
dai bordi molati
hai gli angoli d'argento scorticato
i festoni di minute cornucopie
di stucco dorato, sbiadite
ora giallo sporco e screpolate
m'hai visto crescere.
Di sbieco e di profilo
come sempre cerco trovo
il centro ancora lucido
e mi ci guardo per cercare
con smorfie strane
di vedermi al meglio
in questa vita.
Così tra le rughe tue e mie
inganno e rubo il momento
andante lento, lo piglio
mentre l'orologio della piazza
batte la sera, la palpebra cede
e l'occhio si fa venata fessura.
La penso forte quella, non la temo
e più non sento divenire il tempo.
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