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Sotto l'ombrellone

Il cielo ti accoglie regalandoti un luminoso sorriso. L'afa è mitigata da una piacevole brezza di terra che allevia i 35 gradi che si incollano alla pelle peggio di una ceretta.
 
La titolare dello stabilimento è una bella donna un po' sfiorita che ha coperto tutti gli specchi di casa per aver ancora il coraggio di indossare il ridottissimo bikini, a mero ricordo di una giovinezza che non c'è più.
 
Contratto con facilità la mia porzione di spiaggia, lontana da bambini urlanti, da famigliole numerose, da uomini a caccia. Mi accontentano, la crisi si vede anche da questo.
 
Sperimento la mia prima sessione plenaria da bagnante non professionista, la mia prima volta da turista massificata, il mio battesimo sulla battigia forse più calpestata d'Italia.
 
Osservo tutto ciò che mi circonda, rapita dall'acquerello di svariata umanità che mi circonda: molti turisti dall'est-est europeo, più pallidi della sorella albina di una mozzarella di bufala, improbabili ciabatte di gomma, acquistate in mercati poveri, costumi ascellari e, tanta tanta ciccia, ovunque.
 
Le signore locali, indipendentemente dalla loro età anagrafica, ondeggiano sulle passerelle (è il caso di dirlo) che portano all'acqua, perchè non si può proprio parlare di mare, dondolando sederi molli e svestiti e aizzando seni prosperosi allo sguardo del prossimo.
 
Osservo tutto dalla mia brandina di lusso, nascosta dal mio sguardo oscurato dai Ray Ban.
Cerco con lo sguardo il mare, miraggio lontano nascosto da ordinate file di ombrelloni. Dov'è la natura? Violentata in nome del selvaggio profitto.

Qualche galletto locale mi punta, donna sola, misteriosa, vestita eppure molto a suo agio, non ha l'aspetto di una mozzarella, nè come colore, nè come densità...Basta un pensiero che si manifesta nella mia totale indifferenza dei gesti, per non farli avvicinare.
 
Tatuati in ogni dove, a scimmiottare inutili fusti televisivi, abbronzati in modo imbarazzante, e, salvo rari casi, senza una forma che denoti attività fisica non riferita unicamente alla zona lombare.
 
Nonostante il caldo, scoccato mezzodì, un corteo ordinato si riveste e svanisce all'orizzonte: il rito del pranzo si celebra puntuale. Non importa se il corpo chiede solo di essere dissetato perchè la temperatura è davvero troppo elevata per iniziare il processo digestivo, ci si alza  e si va per ricomparire qualche ora dopo, gonfi e ancora più stanchi.
 
La classe, la raffinatezza, l'eleganza nei modi, nei gesti, nel portamento non sono più affare di spiaggia.
 

A volte sono davvero così snob, ma non so cosa darei per poter fuggire a trascorrere le mie vacanze su un faro solitario, in mezzo al nulla...

 
 

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