Scritto da © Antonella Iuril... - Lun, 30/01/2012 - 09:27
In un momento di acuta cristallizzazione da parte delle religioni più importanti e di recrudescenza di guerre sante, credo sia più che mai importante guardare ad un punto di vista che vada oltre ma che soprattutto vada dentro; l’esoterismo non è appannaggio di un credo o di una religione, è un modo di vedere che oltrepassa ogni fazione di sorta, mira all’universale, a cercare punti di unione che conducano ad una visione unitaria accomunando tutti i saperi alla ricerca della loro più profonda matrice comune ed autenticamente spirituale
"O voi che avete gl'intelletti sani,
Mirate la dottrina che s'asconde
Sotto il velame delli versi strani!"
Mirate la dottrina che s'asconde
Sotto il velame delli versi strani!"
Dante Alighieri
Sulla scia delle suggestioni dello stimolante lavoro di Francesco Anelli, sul contrappasso; e delle numerose delucidazioni giuntemi circa la mia interpretazione esoterica riferita all'ultimo suo post, credo che potrebbe essere utile la segnalazione di un testo della casa editrice Arché; si tratta di un libro sugli aspetti esoterici della Divina commedia. Il suo autore Carlo Signore, ci conduce per mano attraverso i meandri simbolici di un’opera sempre attuale per la profondità e la ricchezza dei significati che hanno tutti gli elementi di un viaggio iniziatico.
Questo svelamento non costituisce per se una novità, molteplici sono le indagini svolte in tal senso; basti considerare a “Minerva oscura”(1898) e “Sotto il velame la mirabile visione” di Giovanni Pascoli, certo molto più noto per la sua poesia che per i suoi studi esoterici.
Altrettanto illuminanti sono: “Beatrice svelata” di Francesco Paolo Perez, (1865) e "L'Esoterismo di Dante" di Guenon del 1925.
Altrettanto illuminanti sono: “Beatrice svelata” di Francesco Paolo Perez, (1865) e "L'Esoterismo di Dante" di Guenon del 1925.
Quando si parla di Dante si solleva spesso la medesima questione: Era cristiano, albigese o pagano? Come molti stilnovisti Dante fece parte della confraternita del divino amore. I Fedeli d’amore costituivano una società segreta e impiegavano un linguaggio articolato su un duplice binario semantico: quello essoterico della poesia e trattatistica amoroso-galante del tempo, e quello esoterico del messaggio iniziatico-politico per la cerchia ristretta di chi sapeva intendere. Alla setta sarebbero appartenuti non solo Dante, Cavalcanti, Guinizelli, Cino da Pistoia ma anche Dino Compagni, Giovanni Villani, Francesco da Barberino, Cecco d' Ascoli; come dire il fior fiore della cultura letteraria italiana dal XIII al XIV secolo.
E’ interessante notare come in tutte le loro poesie e nei loro scritti sia onnipresente il simbolismo della "Donna come Sapienza Trascendente". Il Saluto della Donna è descritto come un’esperienza travolgente: “il cor divenne morto ch’era vivo”, “esperienza che intender non la può chi non la prova”. Vi è un forte parallelismo con la poesia mistica persiana, specialmente con Rumi, per cui vino e donna sono simboli dell’esperienza mistica di Dio.
In un momento di acuta cristallizzazione da parte delle religioni più importanti e di recrudescenza di guerre sante, credo sia più che mai importante guardare ad un punto di vista che vada oltre ma che soprattutto vada dentro; l’esoterismo non è appannaggio di un credo o di una religione, è un modo di vedere che oltrepassa ogni fazione di sorta, mira all’universale, a cercare punti di unione che conducano ad una visione unitaria accomunando tutti i saperi alla ricerca della loro più profonda matrice comune ed autenticamente spirituale
Antonella Iurilli Duhamel
A. Bertolini, Dante e i Fedeli d’amore, Jubal, 2004
R. Guenon, L'esoterismo di Dante, Adelphi 2001
G.Pascoli,Minerva oscura, Livorno,1898
F .P. Perez, Beatrice svelata, Palermo,1865
C. Signore, Nei segreti di Dante, Arché, 2008
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