Scritto da © poetella - Sab, 02/10/2010 - 20:30
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- Perché, scusa, se non gli mandavi quel messaggio? Che cambiava?
- (...)
Dal ferro da stiro densa nuvola di vapore che sventaglia tutt’attorno, sbuffando. Sguardo fugace d’attesa, tra le due. Di speranza d’intesa. Di speranza di.
- No, non serve. Sta zitta. E non lo voglio un the. Stammi a… Certo. Sei te che credi che sia finita per quel messaggio. Te lo dico io. Sì, te lo dico io, allora? Te lo dico io che te lo credi te.
- (…)
- Mh, e adesso non ti cerca più per quel cacchio di messaggio. Dici. Ma dai! Continua a imbrogliarti. Brava. Ma apri gli… è inutile che scuoti la testa. E sbuffi. E pensi che ne sai te che c’era tra noi. Stira, va, che è meglio. No, non mi va una sigaretta. E fumi troppo. Prima non fumavi così. Cavolo. Stira. Non fumare.
- (…)
- … che strazio che sei. Ma tu non hai caldo? Apro la finestra, ok? La parte della…
due dita a muoversi nell’aria a simulare le virgolette
- fidanzata del morto in guerra. Stai a fare. Conosci il tipo? Ecco, ridi. Brava, ridi. Era ora.
Ferro da stiro poggiato sulla tavola. Camicia perfetta in mano, pronta per l’archiviazione.
- (…)
- E lo so, certo. Lo so che non è morto. Anzi, sta benissimo! E se la spassa. Alla faccia tua. Se l’è sempre… Ma che cavolo! Ti metti a piangere, adesso. E dai…dai, su… prendi i miei, di fazzoletti. Sì, nella borsa. Lì sopra. Dai, su, usciamo.
Fragoroso tuono, altro sbuffo di fumo dal ferro. Come pensieri compressi sbattuti fuori. Come rabbia e dolore scagliati contro un cielo d’intonaco bianco. Sguardo supplicante di richiesta d’aiuto. Dietro una cortina di lacrime.
- (…)
- Chi se ne frega che piove. Dai. Mi devo andare a cercare una borsona per andare in palestra. Sono le cinque. E dieci. Comincia a fare buio più tardi.
Quasi primavera. Bello. Dai, usciamo. Ci vieni pure te, in palestra? Poi?
Fragorosi, incontrollati singhiozzi di pianto. Tuoni. Fulmini. Scrosci. Una battaglia d’angeli ribelli.
- Ok, ok. Vuoi sparire. Vuoi dissolverti come una nuvola di sabbia nel deserto. Vuoi affondare nel buio. Nel baratro più nero, dimenticata da tutta l’umanità. Che ti conosce. E pure da quella che non ti conosce. Implodere.
Vuoi morire. Usciamo, scema. Dai.
…
…
…
(by poetella)
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