Scritto da © Anonimo - Mer, 24/02/2010 - 20:18
Quegli asfalti senza il sebo apparente dei passi
quella chioma di città sferzata delle scomparse orme minime,
dicono di te senza cortili qui - gli occhi tuoi sono i loro
e il viso che occupa il turchese è fuori dal sorriso del cancello -
e ai cortili piacerebbe quel verde
e il ceruleo che portano le pupille a spicchi;
quindi, t’invidiassero i lineamenti
per le sere in cui combineranno i loro rientri,
i cortili,
come il preso a doversi.
Sarò rapace e rapido
sulle strade che t’inseguono per fame, sotto i marciapiedi
che panneggiano la tua caviglia frivola.
Verrò, come si va lontano, tornando.
Solo mia sarà la visione
diamante e mora
dalla culotte al cuore.
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