Scritto da © sid liscious - Mer, 20/03/2013 - 07:56
E’ arrivata una lettera, oggi.
Ovviamente per me, vivo sola. Da diversi anni.
Nel condominio dove abito, ad ogni assemblea, non riusciamo a prendere la decisione d'accorpare, in un unico blocco, le cassette delle lettere. O forse nemmeno lo vogliamo.
Sulla cancellata esterna della palazzina vi sono così attaccate otto “casette” in metallo, ognuna d'una misura diversa. E fra loro trova posto la nona. La mia. Un cilindretto alto pressappoco venticinque centimetri e col diametro di quindici. Insomma un piccolo tronco di legno bianco che spicca sulle altre per la diversità.
Perché a me piace essere diversa. Diversa non so da cosa, ma la parola, di per sé, mi riempie quel vuoto ogni giorno dilagante.
Dicevo della cassetta. L'acquistai anni addietro in uno di quei mercatini dell’artigianato tipici dei paesini di provincia e durante un soggiorno ( di pioggia e cammino ) ospite d'amici sull’ Appennino tosco-emiliano. Mi catturò immediatamente. Vuoi per l’originalità, vuoi per il fatto che ricevere lettere e missive è per me un’emozione forte. Ogni volta.
Ed inoltre, di questi tempi ove s'utilizzano solo tasti e video, s'è persa quella sensazione del toccare. Passare l’indice sul ruvido d'alcune carte a grana grossa, vedere come una “c” o una “l” s’incastonano e s’imprimono fra le pieghe.
Poter conservare, rileggere, rigirare, sventolare. O strappare, dare fuoco, stropicciare o seppellire. Vuoi mettere…
Comunque confidavo, stamattina, ho aperto la base del mio tronchetto e m'è subito spiccato quel colore ingiallito della busta immessa dal postino. Cavolo sono anni che non vedo questo tipo di busta ho pensato. Mi ricorda parecchio gli inviti che arrivano, con mesi e mesi d’anticipo, dai parenti di settimo grado per la partecipazione alle nozze del figlio.
Nel destinatario tuttavia un “Carissima Signorina” mi fa sorridere. La calligrafia è nitida nonostante pende un minimo. In certe parole verso destra, in altre verso sinistra. Che realtà buffa, ipotizzo.
Del mittente nessuna traccia.
La busta inizia a girarmi e girovagarmi fra le mani. Non riesco ad aprirla subito. Cerco d'indovinarne il contenuto. E’ quell’attimo in cui sogno e nel quale la fantasia mi naviga fra quattro angoli e un rettangolo.
Infine apro, infilando l’indice sotto il lembo socchiuso. Quello stracciare imperfetto della carta mi regala un sussulto. Il foglio, piegato in tre parti accuratamente, si dispiega.
Sgrano gli occhi mentre l’adrenalina inizia la sua veloce risalita.
Una vocina giunge al cuore allorché le pupille cercano parole, lettere, spazi, punti e...
e nulla, nulla, nulla, ovverosia il vuoto. Una pagina vuota mi scorre fra le mani. Pari fosse stata scritta da mille righe, con mille pensieri e mille domande senza risposte. Nulla ripeto, il vuoto assoluto. Una pagina d'abisso.
Un colpo tremendo e non so che fare e rimango lì basita...
al che d'istinto l’annuso, mi dico, annusala. E me la schiaccio contro il viso, manco fosse un asciugamano, caldo, fragrante. Ed inizia il viaggio. Avanti, indietro, contromano...
di chi è codesto profumo?
Dove l'ho già annusato questa fragranza?
Uhm...
adesso d'acchito mi...
mi viene in mente niente.
Niente niente.
E per quale motivo le pendenze sull'indirizzo?
Miseriaccia devo concentrarmi... fortuna ho tempo.
E questo rebus m'intriga assai.
Vediamo...
quella volta no... non c'era nessuno "odorante" di simile.
Al mare proprio non mi sembra.
In montagna nemmeno.
Un cibo direi di scartarlo.
Una casa di conoscenti impossibile.... troppo fuori del normale.
Qui non ci arrivi bella mia.
Dai pensaci... pensaci.
Una vicenda tipo più bontà aeree unite insieme potrebbe invece starci...
quindi un messaggio sublimale?
Un voler distogliere l'attenzione dal conosciuto per comunque tenerti incollata sul pezzo anche...
anche se l'hai mollato e non hai attualmente nessuna vista di ritornarci sopra?
Allora devo indagare fra le persone intriganti conosciute.
Quelle che con l'astuzia riescono a rimanere "pressati" a te pure se sanno di non avere i numeri per poterlo fare.
No!
Troppo contorto...
e minimo un tot pavoncello.
Anche in quanto sa d'antico.
Di proverbiale percezione mitica dei miei primordi.
Per questo probabilmente mi piace e mi da la sensazione di vorrei incontrarlo ancora.
Urca non devo avere fretta.
Aspetta fiuto di nuovo la "settimana enigmistica".
Anzi prima mi ripulisco il naso e dopo mi concentro.
Troppo coinvolgente questa storia.
E di successo mi tocca dire per chi ha avuto l'idea.
Dev'essere persona veramente interessante...
e con la quale mi troverei bene infallibilmente se riesce a dimostrarsi ogni volta coinvolgente in questa maniera.
Sì certo bensì...
non arrivo non arrivo ad una conclusione.
Che sento distante e vicina.
Sconosciuta malgrado in passato frequentata e con cui mi sono presto trovata in sintonia totalmente.
Tipo il sapore d'una persona perfetta per farti innamorare dunque.
Tale il gusto nell'aria latente attorno ad uomo che m'ha fatto sciogliere al primo sguardo?
Aspetta aspetta.
Non mi dire.
Traente e frequentato e dismesso in passato...
fatto questo non di tutti i giorni.
Uff.
Da giramenti di cervello il dilemma.
Bello scherzo pertanto non c'è che dire.
Scherzo?
E dai ovvio ci sono.
Finalmente!
Quel matto sapendomi... causa mia confessione... donna che "annusa" assai avanti di gettare... m'ha mandato il profumo percepito dalla sua compagna nel momento del loro innamoramento.
E se conosceste il matto in questione non lo trovereste per niente accadimento strano.
Posso certificarlo.
Gliel'ha fatto ricostruire chissà in che maniera e chissà con quali esperimenti e poi...
poi me l'ha inoltrato quale miglior augurio possibile per il mio futuro.
Che è chiaramente uguale... il profumo... a quello di qualsiasi altro uomo di cui una donna si ritrova "persa".
Su questo non ci piove.
Il suo desiderio e la sua speranza per me ergo sono di sapermi nuovamente felice e non sola.
E mi sprona ad uscire a propormi all'incontrare al frequentare al dire no al dire sì...
ed al colpo d'occhio fulminante nel contempo.
Col vento in poppa e serena serena serena...
previo avere sorbito si tanto autorevole augurio in proposito.
E chi è che mi può voler bene in siffatta forma disinteressata ed eccezionale?
Che non conosco di persona... che non frequento oltre il web e che probabilmente resteremo estranei per l'eternità?
Dai ancora più ovvio...
colui...
colui che ha scritto con me questo racconto.
P.s.
Ogni riferimento alla storia personale degli autori è inesistente.
Ovviamente per me, vivo sola. Da diversi anni.
Nel condominio dove abito, ad ogni assemblea, non riusciamo a prendere la decisione d'accorpare, in un unico blocco, le cassette delle lettere. O forse nemmeno lo vogliamo.
Sulla cancellata esterna della palazzina vi sono così attaccate otto “casette” in metallo, ognuna d'una misura diversa. E fra loro trova posto la nona. La mia. Un cilindretto alto pressappoco venticinque centimetri e col diametro di quindici. Insomma un piccolo tronco di legno bianco che spicca sulle altre per la diversità.
Perché a me piace essere diversa. Diversa non so da cosa, ma la parola, di per sé, mi riempie quel vuoto ogni giorno dilagante.
Dicevo della cassetta. L'acquistai anni addietro in uno di quei mercatini dell’artigianato tipici dei paesini di provincia e durante un soggiorno ( di pioggia e cammino ) ospite d'amici sull’ Appennino tosco-emiliano. Mi catturò immediatamente. Vuoi per l’originalità, vuoi per il fatto che ricevere lettere e missive è per me un’emozione forte. Ogni volta.
Ed inoltre, di questi tempi ove s'utilizzano solo tasti e video, s'è persa quella sensazione del toccare. Passare l’indice sul ruvido d'alcune carte a grana grossa, vedere come una “c” o una “l” s’incastonano e s’imprimono fra le pieghe.
Poter conservare, rileggere, rigirare, sventolare. O strappare, dare fuoco, stropicciare o seppellire. Vuoi mettere…
Comunque confidavo, stamattina, ho aperto la base del mio tronchetto e m'è subito spiccato quel colore ingiallito della busta immessa dal postino. Cavolo sono anni che non vedo questo tipo di busta ho pensato. Mi ricorda parecchio gli inviti che arrivano, con mesi e mesi d’anticipo, dai parenti di settimo grado per la partecipazione alle nozze del figlio.
Nel destinatario tuttavia un “Carissima Signorina” mi fa sorridere. La calligrafia è nitida nonostante pende un minimo. In certe parole verso destra, in altre verso sinistra. Che realtà buffa, ipotizzo.
Del mittente nessuna traccia.
La busta inizia a girarmi e girovagarmi fra le mani. Non riesco ad aprirla subito. Cerco d'indovinarne il contenuto. E’ quell’attimo in cui sogno e nel quale la fantasia mi naviga fra quattro angoli e un rettangolo.
Infine apro, infilando l’indice sotto il lembo socchiuso. Quello stracciare imperfetto della carta mi regala un sussulto. Il foglio, piegato in tre parti accuratamente, si dispiega.
Sgrano gli occhi mentre l’adrenalina inizia la sua veloce risalita.
Una vocina giunge al cuore allorché le pupille cercano parole, lettere, spazi, punti e...
e nulla, nulla, nulla, ovverosia il vuoto. Una pagina vuota mi scorre fra le mani. Pari fosse stata scritta da mille righe, con mille pensieri e mille domande senza risposte. Nulla ripeto, il vuoto assoluto. Una pagina d'abisso.
Un colpo tremendo e non so che fare e rimango lì basita...
al che d'istinto l’annuso, mi dico, annusala. E me la schiaccio contro il viso, manco fosse un asciugamano, caldo, fragrante. Ed inizia il viaggio. Avanti, indietro, contromano...
di chi è codesto profumo?
Dove l'ho già annusato questa fragranza?
Uhm...
adesso d'acchito mi...
mi viene in mente niente.
Niente niente.
E per quale motivo le pendenze sull'indirizzo?
Miseriaccia devo concentrarmi... fortuna ho tempo.
E questo rebus m'intriga assai.
Vediamo...
quella volta no... non c'era nessuno "odorante" di simile.
Al mare proprio non mi sembra.
In montagna nemmeno.
Un cibo direi di scartarlo.
Una casa di conoscenti impossibile.... troppo fuori del normale.
Qui non ci arrivi bella mia.
Dai pensaci... pensaci.
Una vicenda tipo più bontà aeree unite insieme potrebbe invece starci...
quindi un messaggio sublimale?
Un voler distogliere l'attenzione dal conosciuto per comunque tenerti incollata sul pezzo anche...
anche se l'hai mollato e non hai attualmente nessuna vista di ritornarci sopra?
Allora devo indagare fra le persone intriganti conosciute.
Quelle che con l'astuzia riescono a rimanere "pressati" a te pure se sanno di non avere i numeri per poterlo fare.
No!
Troppo contorto...
e minimo un tot pavoncello.
Anche in quanto sa d'antico.
Di proverbiale percezione mitica dei miei primordi.
Per questo probabilmente mi piace e mi da la sensazione di vorrei incontrarlo ancora.
Urca non devo avere fretta.
Aspetta fiuto di nuovo la "settimana enigmistica".
Anzi prima mi ripulisco il naso e dopo mi concentro.
Troppo coinvolgente questa storia.
E di successo mi tocca dire per chi ha avuto l'idea.
Dev'essere persona veramente interessante...
e con la quale mi troverei bene infallibilmente se riesce a dimostrarsi ogni volta coinvolgente in questa maniera.
Sì certo bensì...
non arrivo non arrivo ad una conclusione.
Che sento distante e vicina.
Sconosciuta malgrado in passato frequentata e con cui mi sono presto trovata in sintonia totalmente.
Tipo il sapore d'una persona perfetta per farti innamorare dunque.
Tale il gusto nell'aria latente attorno ad uomo che m'ha fatto sciogliere al primo sguardo?
Aspetta aspetta.
Non mi dire.
Traente e frequentato e dismesso in passato...
fatto questo non di tutti i giorni.
Uff.
Da giramenti di cervello il dilemma.
Bello scherzo pertanto non c'è che dire.
Scherzo?
E dai ovvio ci sono.
Finalmente!
Quel matto sapendomi... causa mia confessione... donna che "annusa" assai avanti di gettare... m'ha mandato il profumo percepito dalla sua compagna nel momento del loro innamoramento.
E se conosceste il matto in questione non lo trovereste per niente accadimento strano.
Posso certificarlo.
Gliel'ha fatto ricostruire chissà in che maniera e chissà con quali esperimenti e poi...
poi me l'ha inoltrato quale miglior augurio possibile per il mio futuro.
Che è chiaramente uguale... il profumo... a quello di qualsiasi altro uomo di cui una donna si ritrova "persa".
Su questo non ci piove.
Il suo desiderio e la sua speranza per me ergo sono di sapermi nuovamente felice e non sola.
E mi sprona ad uscire a propormi all'incontrare al frequentare al dire no al dire sì...
ed al colpo d'occhio fulminante nel contempo.
Col vento in poppa e serena serena serena...
previo avere sorbito si tanto autorevole augurio in proposito.
E chi è che mi può voler bene in siffatta forma disinteressata ed eccezionale?
Che non conosco di persona... che non frequento oltre il web e che probabilmente resteremo estranei per l'eternità?
Dai ancora più ovvio...
colui...
colui che ha scritto con me questo racconto.
P.s.
Ogni riferimento alla storia personale degli autori è inesistente.
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