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La favola di me...

( "La colomba della pace" di Sacca colui che prima di dire gatto lo mette nel sacco )
 
 
La guerra oramai durava da diversi anni e come tutte le guerre aveva portato seco carestie morte e tristezze.
Da un po' di tempo però erano iniziati gli incontri bilaterali fra i contendenti.
I due re le loro regine e parecchi delegati infatti s'incontrarono in svariate occasioni ed in campo neutro ovviamente.
Ma gli eserciti intanto continuavano a darsi battaglia.
Le novelle vedove a piangere i loro mariti e le madri a disperare sulla tomba fresca dei figli caduti.
Ed i delegati quindi s'impegnavano alacremente.
Ed i re e le regine finalmente sembravano... piano piano... entrare nell'ordine d'idee di rinunciare a qualcosina.
Di lasciare cadere il rancore e la vendetta e di ricominciare da rinnovate speranze di pace stabile e duratura.
E fu così che alla fine dell'ennesimo estenuante meeting di trattative i due sovrani... finalmente azzeccate le promesse e le mediazioni giuste... bevvero dallo stesso calice e si strinsero la mano con forza fissandosi profondi attraverso lo sguardo.
"Allora attendo il tuo messaggio" disse una volta bevuto solennemente uno all'altro.
«L'avrai al più tardi domattina.
Stasera farò trascrivere la dichiarazione di non belligeranza ufficiale e dopo la firmerò».
"E subito me la spedirai ed io firmerò la copia esatta a mia volta ed a scambio avvenuto ritireremo gli eserciti e fra i nostri regni inizieranno interazioni culturali e collaborazioni commerciali e tutto il resto di cui s'è parlato.
Guarda ecco qui.
Ho già sistemato nella gabbia il mio miglior piccione viaggiatore.
Tu inserirai l'atto sullo zainetto che ha sulla schiena e lui volerà da me.
In seguito io lo rispedirò... che intanto avrà imparato la strada".
E ciò avvenne puntualmente.
La colomba della pace tornò verso il mezzogiorno seguente e dato il tempo di controllare ogni cosa fosse in ordine ed inserito firmato il corrispettivo documento... venne rispedita.
Si sentiva proprio bene lei.
Un onore pensava.
Un onore sia toccato giusto a me codesto graditissimo compito.
Sarò ricordata a lungo e magari pure esposta in pubblico ed esentata dal lavoro... ella infatti sognava.
E dunque s'emozionava via via s'avvicinava alle torri del castello ove stava la finestra suo obiettivo.
S'emozionava ed agitava.
S'agitava e s'emozionava tanto che la pancia incominciò a darle qualche fastidio.
Era la tensione chiaro... bensì il senso di bisogno fisiologico impellente aumentava man mano la distanza diminuiva.
Lo stesso non voleva fermarsi o perdere tempo rallentando dunque continuò a volare velocissima e... ed a tenere stretto se non che purtroppo esattamente appena superate le mura e la città ed allorché stava sorvolando il parco della famiglia reale non riuscì a trattenere oltre e pertanto rallentò rallentò rallentò e rilasciò rilasciò rilasciò e rilasciò e lo fece... disgraziatamente con precisione millimetrica... sopra alla regina che stava rilassata a prendere il sole in riva al laghetto.
La quale altro non poté fare che ricevere ricevere ricevere.
In testa in faccia sul seno sui polpacci sui piedi.
Non vi dico la rabbia.
S'alzò infuriata e si precipitò nella stanza del re.
Il piccione stava ancora lì.
"E tu vorresti perdonare al padrone di questa bestiaccia un simile affronto?" disse al re.
«Be' sì» questi rispose «non sarà un banale incidente a farmi cambiare idea»
"Oh quanto sei ingenuo mio caro.
Non capisci ch'era tutto programmato.
Che lui ha preparato la provocazione con cura e cibato di proposito pesante il messaggero?
E che si tratta del primo d'altri mille incidenti innocenti programmati con cura?
Lo conosciamo bene il signorino.
Ora con la scusa della pace quello farà ciò che vuole ed ha sempre fatto.
Prenderci in giro e farci deridere.
Già lo vedo divertirsi a crepapelle con i suoi amici descrivendomi pari ora mi presento.
No no no.
Non ritirare il documento e spediscigli la colomba con la testa mozzata se per caso vuoi io continui ad essere la tua regina.
Altrimenti addio".
«Non ti sembra d'esagerare cara?».
"No non mi sembra anzi stanotte dirigerò io stessa un attacco speriamo mortale a sorpresa.
Io stessa".
Ed andò esattamente uguale a descritto.
La colomba ci rimise testa penne e piume.
La pace saltò per aria.
Le mogli ancora piansero mariti e... e le mamme nuovamente disperarono su tombe fresche.
D'altronde è conclusione abbastanza normale potremo dire.
Persino ai nostri giorni... dentro taluni microcosmi e nonostante evidentemente d'avvenimenti naturali o casuali si trattasse...... il testardo orgoglio personale d'auto presunti re o regine ritenutisi impropriamente offesi o sotto considerati fa cadere nel dramma diversi rapporti.
O mi sbaglio?
 
 

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