Il più bel libro da niente del mondo ( 2 ) | Lingua italiana | sid liscious | Rosso Venexiano -Sito e blog per scrivere e pubblicare online poesie, racconti / condividere foto e grafica

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Il più bel libro da niente del mondo ( 2 )

Ecco!
Questo di sopra porta in dote sul Tufiro il libro, da voi, non leggibile.
Troppo poco direi ed informazioni sul vago parecchio precise.
Non basta per addentrarlo, tale riesco a fare io.
Mi sento in dovere di darvi ancora dei consigli ciechi, sordi e muti.
Sui dialoghi specificatamente serviranno attenzione e presenza di spirito massima.
Bisognerà cioè tenere i riferimenti, pure se lui sembra averli persi.
Sapere che parla ogni volta a chi ha di fronte, pur esponendo ad un sesso contrario o delirando di passati e futuri improbabili o divagando incomprensibilmente con storie fantasmagoriche.
Che non sbaglia mai l'argomento, nemmeno quando sembra declami di tutta un'altra cosa e, sottolineatura importantissima, che tutto ciò s'instaura subdolo e ferreo nell'interlocutore, obbligandolo al suo modo.
E quindi, assodato sarò più che altro io l'interlocutore, non vorrei qualcuno per inerzia si faccia deviate idee strambe sulle mie capacità di scrittore, sulla mia integrità mentale e sulla mia istruzione letteraria.
Anzi piuttosto perdonate pazienti qualche tilt alla cervice e l'attorcigliarsi di alcune vostre lingue appunto non voluti dal sottoscritto ed al contrario ed apposta invece cercate da lui, che ne varrà la pena senz'altro.
Oh bene!
Quel che c'era da anticipare è stato anticipto, allora continuo dicendo chiaramente...
Chiaramente io l'ho conosciuto di "persona".
Inconsapevolmente ed a casa d'un mio parente greco abitante la provincia di Manuela in Mongolia.
Mi sillabò che veniva dal grande sud e ch'era andato per frutti di frutta.
Grande costernazione il personaggio credete.
Alla fine quel giorno sul notes annotai.
Oggi m'ha incontrato un aggrovigliato ed improbabile elettricista del linguaggio vegetariano e m'ha chiesto: "sei tu il tipo che ha tradotto le scritture che lanciai, su dal tombino, prima d'andare per mirtilli in Danimarca?”.
Al che io gli ho posto un quesito a mia volta: mi fai assaggiare anche la marmellata?
Indi... indi per cui lui m'ha raccontato una storiella.
"L'eco degli alti piani, ma fai attenzione forse dei piani alti, ha dovuto incominciare a scrivere perché le sue parole continuavano a rincorrersi.
Non desiderava però con ciò fermarle.
Voleva unicamente la sua voce non fosse la loro sola espressione.
Da quel momento cioè s'è costretta ad usare la penna non necessariamente per farsi capire, ma certamente per comporsi una musica in cui l'alfabeto rispecchi la sonora personale impressione”.
Wow!
Pure io vivo sugli alti piani.
Anch'io emetto come le valli con l'eco, per quello non voglio dover per forza saper scrivere.
Gli ho risposto esaltato.
"È venuta fin troppo densa, quasi carnosa" m'ha ribadito tranquillo, di ed in sostanza, spalmandola serio sul foglio di pane.
E puf dopo mangiato è svanito, eppure... eppure "oramai" avevo già capito che se sognerò scritture sarà in quanto lei me le porterà.
Lei chi?
L'eco.
L'eco che ho dentro.
L'eco che fa da tamburo per le mie trasmissioni.
La stessa eco che m'autorizzerà a proporre "quadri" dipinti dal mio conscio.
E solo adesso, dopo tanto tempo, incomincio a capirne il motivo, di tale nota sul notes ovviamente.

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