Scritto da © sid liscious - Gio, 12/09/2013 - 09:09
La cosa in sé e per sé potrebbe essere tragica casuale o comica ma è successa e per conto mio merita di venir narrata.
Comincio dall'inizio.
Da tempo cercavo un esercizio commerciale chiuso nei pressi di quella banca.
L'idea era più o meno la solita.
Attaccare alla serranda un bel cartello tipo stiamo lavorando per una prossima riapertura... in modo da giustificare l'entrare ed uscire con attrezzature e materiali vari... per in realtà invece scavare un bel tunnel sotterraneo che conducesse nel caveaux ove ovviamente presumevo avrei finalmente risolto i miei problemi finanziario esistenziali.
E finalmente dopo varie vicissitudini contrattuali e non riuscii ad averne uno.
Neanche serve sottolineare mi misi a lavorare di gran lena il giorno stesso e devo dire con soddisfazione estrema.
Le mappe che m'ero procurato infatti rispondevano in pieno.
Ancora un metro e dovrei incontrare il tubo dell'acqua ed incontravo il tubo dell'acqua.
Ancora sette e troverò la linea elettrica e trovavo la linea elettrica.
Ancora quattro ed il muro delle fondamenta sarà mio e fu mio.
Tutto procedeva a gonfie vele insomma.
Nessuno si lamentava di rumori molesti.
Nessuno in discarica si preoccupava di chiedermi da dove veniva la terra consegnata.
Nessuno sospettava di nulla anzi i negozianti intorno tutti mi riempivano di complimenti per l'iniziativa con grande entusiasmo.
Una sola cosa mi disturbava di tanto in tanto.
Degli altri rumori.
Degli altri rumori che parevano proprio provenire dal sottosuolo e molto simili... nel tentare d'essere silenziosi... ai miei.
Non capivo assolutamente la loro origine.
Non comprendevo che tipo di lavoratore poteva produrli e certamente non pensavo fossero come dire naturali o derivati da qualche movimento animale.
Alla lunga mi ci abituai comunque anche considerato il fatto continuavo a non notare di sopra stranezza alcuna.
E pertanto andai avanti metodico ad impegnarmi nello scavo.
L'obiettivo era una grata sul pavimento della camera blindata lì posta per l'eventuale scarico dell'acqua immessa in caso d'incendio.
Una grata chiaramente super rinforzata però anche non molto preoccupante visto e considerato una lancia termica dovevo portarla in ogni caso per aprire le cassette di sicurezza.
Ed i rumori paralleli nel frattempo anche loro continuarono chiaramente e continuarono e continuarono e continuarono finché una mattina non si svelarono in tutta la loro sorprendente ampiezza.
Una donna.
Una donna bionda ed impolverata difatti stava arrivando scavando giusto contemporaneamente a me sotto la grata.
Non vi dico lo spavento comune nel momento in cui cadde il sottile diaframma che separava i due tunnel convergenti nonostante partissero da punti diversi.
Che tra l'altro fui io a procurarlo il crollo poggiandomi con la schiena per un po' di riposo ed una sigaretta sul fianco del mio tunnel.
E tu chi sei?
E soprattutto che ci fai qui?
«No tu chi sei e vattene che l'idea l'ho avuta prima io».
Che dici bella sono mesi che ci lavoro ed anni che progetto ed
inoltre ho pagato profumatamente le dritte all'ingegnere progettista e non intendo dunque recedere d'un solo passo.
«Ah buona questa.
Credi forse io non abbia fatto uguale?”.
Un bel casino.
Che dici se al posto d'azzannarci qui sporchi e scomodi ci troviamo fuori e ne discutiamo serenamente?
«Ok al bar Meeting alle otto stasera e nel frattempo non tentare di fregarmi che t'ammazzo stecchito prima e mi prendo l'intero bottino poi».
Andai all'appuntamento che ancora non ci credevo.
Lei c'era.
Discutemmo dapprima animatamente e dopo via via sempre con più calma.
Era bella e suadente e simpatica e... e disponibile.
Parecchio disponibile.
Parecchio parecchio parecchio.
Finimmo a casa mia e ci rimanemmo per tre giorni filati.
A far l'amore e parlare a far l'amore e tentare accordi a far l'amore ed a dirci infine ok ci s'incontra oggi giù alla grata appena la banca chiude che insieme si va meglio a non fare scattare il sistema d'allarme.
Si rivestì mi sorrise mandandomi un bacio voltò le spalle chiudendo la porta e... e non la rividi mai più.
Che pollo ero stato.
Mi sta giusto bene la galera in perdurante totale povertà.
Lei aveva minimo un complice io no.
Non particolarmente fortunata avrete intuito la mia carriera di bandito ed a tal proposito vorrei ricordare una statistica che molto ben la descrive.
Ho fatto in totale sedici furti e sono stato beccato diciotto volte.
Un successo incredibile.
Come ci sono riuscito?
Oh semplicissimo in due occasioni scelsi compagni di cordata che proponevano azioni sulla carta quasi legali.
Una ve la racconto volentieri.
Da tempo la città era sotto assedio d'un misterioso inafferrabile ladro d'antiquariato.
Rubava di tutto e nei posti più disparati.
Da case private da luoghi pubblici da musei da chiese ed in generale da tutti i siti in cui stazionavano preziosi oggetti antichi.
Mobili gioielli o suppellettili non aveva importanza.
La polizia s'era fatta l'idea la sua fosse una fobia non un bisogno di denaro e che col tempo questa mania si fosse trasformata in sfida aperta.
Credo furono ingaggiati i migliori detective al mondo e montati i sistemi d'allarme più sofisticati ma niente.
In un modo o nell'altro lui riusciva ad entrare ovunque ed a portare via cose anche d'un certo volume o armadi pesantissimi e senza lasciare traccia alcuna.
Un bel guaio anche per tutti noi del mestiere fra l'altro che i controlli s'erano fatti pesantissimi e gli spazi di manovra strettissimi e pericolosissimi ed io ovviamente... mica sono scemo... decisi perciò di lasciare da parte un momentino per dedicarmi a mansioni oneste.
E che mansione onesta mi capitò?
Una mansione probabilmente folle vi dirò però anche assolutamente non truffaldina nonostante per ovvi svariati motivi dovesse rimanere assolutamente segreta.
M'agganciò un tipo e mi raccontò una storiella.
Aveva rinvenuto la mappa originale d'un tesoro e voleva io l'aiutassi nel tentare di recuperarlo e diceva che una volta trovato sarebbe stato estremamente generoso.
Una storia incredibile specie ai nostri tempi alla quale unicamente dei matti avrebbero dato credito bensì pure appiccicosa e suggestiva.
Non seppi resistere i volli approfondire.
Nelle viscere del castello sulla rocca in effetti era indicata una stanza segreta.
Una stanza la cui entrata era visibile solamente nel momento... durante una notte di plenilunio settembrino... veniva accarezzato trentadue volte dall'alto verso il basso un particolare sasso posto sul muro di quello che sembrava essere un normalissimo stretto corridoio di raccordo.
Feci diversi sopralluoghi prima d'accettare.
In fondo si trattava pur sempre d'entrare da ladri e dunque non è che si poteva lasciare nulla alla casualità.
Di giorno fortunatamente il maniero era aperto ai visitatori... che comunque oramai non vedevano niente in quanto il serial ladro d'antichità aveva già portato via tutto.
Il corridoio esisteva veramente.
Primo buon indizio.
Il particolare sasso anche.
Secondo buon indizio e terzo buon indizio la sorveglianza era stata oramai praticamente tolta.
Che come dicevo non serviva più.
Mi turbava unicamente il fatto del plenilunio settembrino.
Ci riflettei e riflettemmo a lungo e non arrivammo a nessuna conclusione logica.
Lo stesso decisi di gettarmi nell'avventura a corpo morto al che assieme a colui che mi volle complice aspettammo.
Passò la luna d'agosto e l'attesa si fece pressante.
Normale poteva esserci il nulla o il tutto dentro quella stanza ma si sa la speranza sta sempre dalla parte migliore.
E venne la notte fatidica.
Entrammo con assoluta facilità e scivolammo silenziose ombre lungo i vecchi camminamenti ed arrivammo di fronte al fatidico sasso.
L'ammetto ero talmente agitato che gli dissi accarezzalo tu sebbene lui premesse per il contrario però... però contai con la massima attenzione il numero delle carezze.
Ventotto ventinove trenta trentuno trentadue e... ed incredibile il muro cominciò a scorrere liberando dapprima una buia fessura.
Che s'allargò s'allargò s'allargò fino alla misura d'una vera e propria porta.
Non vi dico l'eccitazione.
Quasi non riuscivo a premere il pulsante della torcia elettrica e tremavo tutto ed il sudore s'era fatto rivolo e... e "buona sera signori.
Polizia.
V'aspettavamo ansiosi".
Porca puttana nemmeno tentammo la fuga.
In un baleno infatti apparirono sbirri da tutte le parti e non capivo non capivo non capivo il motivo d'una presenza così massiccia.
Me lo spiegò gentilmente il famosissimo detective Ale Gale ovvero colui che ideò la trappola.
Gran furbone senz'altro il nostro.
Lui difatti conoscendo la storia della parete mobile nel sottofondo segreto d'un raro preziosissimo cofanetto inglese del settimo secolo fatto giungere in città appositamente ed accompagnato dalla giusta segretezza munita... negli ambienti appropriati... di qualche spiffero ad hoc aveva fatto nascondere la falsa mappa... peraltro frutto d'un lavoro eccezionalmente fantastico e ricavata su carta d'epoca originale.
Un lavoretto con i fiocchi ed i contro fiocchi per intenderci che sarebbe stato in grado d'imbrogliare chiunque.
Lui era certissimo il ladro d'antiquariato sarebbe riuscito a rubare il cofanetto e pertanto con mano d'esperto pure a scoprirne il segreto.
Il rischio era notevole se non che a quel punto il maniaco non sarebbe di certo resistito e vicenda assai importante mai avrebbe delegato ad altri il piacere d'entrare per primo in un luogo rimasto intatto con tutti i suoi contenuti durante tanti secoli e... ed aveva avuto ragione.
A casa del mio complice furono rinvenuti in toto i corpi dei reati precedenti.
Non potei non fargli i miei complimenti e chiaramente non potei nemmeno non farmi svelare il perché avesse scelto giusto la luna settembrina... che ci avevo ragionato sopra troppo per lasciare perdere.
Mi guardò e scoppiò a ridere.
"Che c'è di meglio d'una licenza premio appena mal volentieri ripreso il lavoro dopo le ferie?... mi rispose.
Che c'è di meglio?".
Credetemi lo smacco fu notevole anche se l'esperienza mi fece imparare un sacco di cose.
Gli avversari s'erano fatti notevolmente intelligenti.
Serviva un salto di qualità.
Decisi mi sarei cimentato nello spaccio internazionale di ragguardevoli quantità.
Feci attrezzare una vettura.
Il mio amico carrozziere ricavò lo spazio necessario per il trasporto illegale nella struttura del sotto portiere e richiuse il tutto perfino riverniciando a modino assai.
Io avrei dovuto raggiungere il Marocco comperare a prezzi vantaggiosissimi l'hashish smontare una ruota rimuovere una placca di ferro infilare dentro la merce e richiudere saldando e riverniciando con dell'attrezzatura appositamente portata con me.
Un gioco da ragazzi.
Traghettai al Algecirar raggiunsi Tétouan ed infilai dritto la strada che conduce in Ketama.
Il piano l'avevo ragionato perfettamente.
Dovevo essere discreto e per nulla appariscente.
Dovevo trovare una fattoria di produttori fuori mano e non frequentatissima e possibilmente dal fatturato di poco conto... che le grandi perbacco sono iper controllate e dunque molto pericolose.
Dovevo muovermi con le pinze insomma.
Salii in alto sulla montagna perlustrando attentamente.
Quella no troppa gente.
Quest'altra nemmeno il padrone ha l'occhio bieco.
Questa andrebbe bene ma il fumo è appena appena discreto e per nulla a buon prezzo.
E via di questo passo in luoghi sempre più ameni finché non infilai una tortuosissima stradina "giusta".
Notai subito e con un certo piacere la grande povertà che dichiarava la situazione.
Baracca più che casa l'abitazione di quel tizio e sassi più che campi tutto attorno.
Mi sembrò il posto cercato.
Che in effetti rispondeva in pieno ai requisiti da me ritenuti fondamentali.
Pensate avevo posto per una trentina di chili nell'imbosco però lui ne possedeva solamente venti tre.
D'ottima qualità peraltro e dal prezzo incredibilmente leggero.
Tempo un paio di giorni... in verità un tot sballati... ci mettemmo d'accordo su tutto e tempo un altro paio la farcitura era riuscitissima.
Riuscitissima al punto tale nessun cane avrebbe potuto annusare la torta e nessun esperto in carrozzeria nemmeno immaginare l'arcano meravigliosamente nascosto da una nuova saldatura e da una gentile e per nulla visibile riverniciatura.
Ero proprio contento ed il contadino anche che rideva e rideva di gusto nel vedermi soddisfatto e che inoltre aveva guadagnato un piccolo flessibile ed una saldatrice portatile.
Rifeci la strada al contrario e tutto a meraviglia e mi ripresentai dunque all'imbarco verso la Spagna sicurissimo la traversata sarebbe andata a meraviglia.
E con i doganieri marocchini fu così infatti nonostante una perquisizione meticolosa.
Sul traghetto pensavo se è andata di lusso con quei cattivi musulmani figurati come potrà andare con dei buoni cristiani.
I doganieri spagnoli aspettavano impettiti lo sbarco dei mezzi.
Passaporto controllo targhe sul libretto e qualche domanda sul motivo del mio viaggio e... ed "accosti in quello spazio laggiù per favore".
E da un portone uscì uno in divisa con un trapano in mano.
La sua punta da otto millimetri perforò giuliva il sotto portiera giusto in mezzo e... ed uscì con addosso attaccata una parecchio indicativa giallo verdina quantità di polline pressato.
Accidenti m'avevano beccato pure stavolta ma... ma come avete fatto?
"Semplice signore probabilmente il suo piano aveva delle pecche".
Scusi sa... che tipo di pecche?
"Lei è andato da un contadino che produce poco che però per vivere e mantenere la famiglia deve vendere tutto l'anno al che noi con lui abbiamo ideato un contrattino".
Un contrattino?
"Sicuro lui ci fa la soffiata e c'indirizza esattamente nel luogo dove cercare e... ed in cambio noi oltre ad un misero premio in denaro gli restituiamo anche l'hashish in modo lui lo possa vendere nuovamente e... e la storia ricomincia da capo con grande beneficio per tutti i protagonisti... tranne lei e quelli pari a lei ovviamente".
Ma va fanculo va Sid Liscious.
Ma va fanculo!
Presi otto anni da passare nel carcere d'uno sperduto paesino nella Mancia.
Dio volle previo avere scontato metà della pena potei scegliere se finirla o venire rimpatriato con la clausola non avrei potuto rientrare in Spagna vita natural durante.
La scelsi e me n'andai accompagnato alla frontiera senza neanche un soldo in tasca... nonostante arricchito d'una media cultura linguistico televisiva gitana e "flamenchera".
Arrivai a casa distrutto ed affamato.
Dovevo inventarmi qualcosa.
Ma cosa?
Ci pensai tanto mentre nel frattempo la vecchia zia Camilla m'allungava qualche panino.
E pensai e pensai e pensai finché alla fine la decisione fu consapevolmente drastica.
Sarei diventato un killer a pagamento.
Non facile introdursi nell'ambiente peraltro né procurare gli attrezzi appositi bensì insisti insisti insisti alla fine ebbi lo che volevo.
Una signora spossata da una mania del marito ed un'arma a canna lunga di precisione assoluta.
L'appuntamento era al parco.
Bella topa non più giovanissima però ancora certamente avvenente.
Aveva un problemuccio cui non voleva cedere.
Lui pretendeva almeno un pompino avesse sancito in maniera indelebile la loro unione ma lei era assolutamente contraria.
Mai e mi ribadì più volte mai lei in vita sua aveva fatto ciò e mai mai mai avrebbe avuto l'intenzione di cedere.
Solo lui era diventato assillante.
Ci provava in ogni momento ed in ogni luogo ed in tutte le stagioni ed era insopportabile.
Insopportabile insopportabile.
L'ultimo giro s'era infilato al posto del prete nel confessionale se non che lei capì l'inghippo nel momento in cui il sacerdote le propose quale penitenza di succhiare una turgida pena che conosceva fin troppo bene.
Dal mio punto di vista sulla carta non un impegno difficile comunque.
Persona parecchio metodica e casa che dava su un boschetto ove l'appostamento sembrava aver incontrato la naturalezza d'essere a volte fondamentale.
Al secondo appuntamento ci accordammo il decesso sarebbe avvenuto il prossimo sabato.
Metà compenso subito metà ad omicidio effettuato.
Tutto estremamente filante insomma... almeno fino al venerdì sera.
Al fatidico venerdì sera dovrei dire.
Lei infatti fu vittima d'una o varie crisi di coscienza durante quella nottata.
S'era pentita cavolo.
Il senso di colpa la stava divorando piano piano e... e non resistette e confidò la cosa al marito e dopo scoppiò depressa in lacrime.
In lacrime in lacrime in lacrime.
Oramai non poteva più fermarmi e non sapeva in che maniera farsi perdonare dal consorte e... ed ebbe un'idea.
"Per dimostrargli la mia prostrazione e la mia dedizione cazzo... cazzo stavolta gli faccio il pompino".
E glielo fece totale.
E glielo fece che lui non ci credeva.
E glielo fece che lui capì perfettamente perché l'aveva sempre desiderato.
E glielo fece che s'applicò in maniera incredibile.
Che la sua lingua e le sue labbra ed il suo palato e la sua gola diventarono un tutt'uno con il pene del consorte.
E glielo fece che lui s'agitò tutto.
Che il suo sangue pulsava a mille dentro le vene.
Che il suo desiderio diventava man mano incontrollabile ed incontenibile.
Che il sudore gli inondava il corpo intero.
E glielo fece che quando venne si bevve lo sperma manco fosse rosolio.
E glielo fece che giocò con codesto suo liquido a farlo girare e rigirare per la bocca prima d'ingoiarlo in toto e badando bene non andasse dispersa nemmeno una singola minuta gocciolina.
E glielo fece che la pressione di lui schizzò a quattrocento cinquanta.
Che i suoi bulbi oculari niente niente uscirono di fuori.
Che i suoi capelli si drizzarono.
Che l'emozione lo travolse.
Che... che il suo cuore sottoposto a sollecitazioni incredibili non resistette e... e si spaccò letteralmente in due vittima d'un infarto fulminante.
Oh perbacco.
La mattina arrivai in loco e la prima immagine fu un carro funebre che lasciava la casa.
Poi nel boschetto arrivò lei e mi mise al corrente dei fatti.
Che delusione.
Era andata male pure stavolta cavolo ed un senso di profonda frustrazione s'impadronì immediatamente di me... che la mia faccia credo sembrava un cencio usato per lavare il pavimento d'un padiglione fieristico tre volte.
E lei notò e si commosse commosse commosse al punto che dicendomi "non voglio indietro l'anticipo anzi se per te va bene e collabori ti salderò anche il resto" m'aprì la cintura ed in un baleno s'infilò il mio attrezzo in bocca che sembrava in trance e ripeteva continuamente.
"Mamma quant'ero scema.
Mamma quant'ero scema.
Mamma quant'ero...
scema".
Quindi neanche male concludendo.
Guadagnai buoni soldi senza dover espormi... non finii dentro e... e la donna mi e si consolò abbondantemente negli anni a seguire.
Certo professionalmente non il massimo bensì m'accontentai volentieri se non che alla lunga l'istinto conduce sempre il lupo verso il suo destino e pertanto infine accettai entusiasta una nuova pensata delinquenziale che mi venne durante un moto oserei affermare d'ingiustizia sociale.
Lo sapete i poveri gli immigrati i malati ed in generale gli emarginati sono categorie protette e per le quali ogni singolo stato... chiesa compresa... spende ogni anno montagne di soldi finanziando organizzazioni che li accudiscano e difendano e lottino per i loro diritti e... e decisi d'approfittarne.
D'approfittarne a mio vantaggio s'intende però non solo che volevo capire pure dove avrebbe potuto spingersi tanta solidarietà così pubblicamente ed enfaticamente espressa.
Ne rapii una decina tra barboni handicappati neri e cassaintegrati.
Ne rapii una decina e li piazzai a casa dell'auto vedova e chiesi un riscatto.
Due milioni di euro per ciascuno e lo feci calcando la mano sul fatto altrimenti avrebbero fatto una gran brutta fine.
No tranquilli non li trattai male anzi.
Anzi la signora preparava loro da mangiare con impegno ed abbondantemente e li teneva puliti probabilmente tale non erano mai stati e... ed inoltre anche soddisfatti che quantunque il loro numero fosse impegnativo era rimasta veramente fulminata dalla sua prima volta e non perdeva occasione.
Non perdeva occasione.
Non perdeva occasione.
Credetemi il clamore fu immenso.
Una nuova forma di terrorismo internazionale.
Giornali e giornalisti esaltati nei titoloni.
Televisioni assatanate.
Preti vescovi e papi che lanciavano anatemi ed omelie di fuoco.
Eserciti polizie servizi segreti e governi in allerta al livello massimo.
Onu fondo monetario organizzazione della sanità e... e chissà chi altri in mobilitazione generale.
Cavolo sembrava funzionare il ricatto.
A parole sembrava funzionare alla perfezione ma... ma dopo mesi e mesi non avevo ancora visto un centesimo ed il gioco dello scarica barile tra chi in teoria avrebbe dovuto pagare raggiunse livelli pubblici e privati esilaranti.
Al solito insomma.
Tutti che fanno tutto per tutti in teoria ed in pratica ognuno che pensa al proprio orto che svuotato di soldi non avrebbe potuto dare i frutti privatamente desiderati.
Da rimanere a bocca aperta al rendersi conto di quanto in taluni ambienti quel che era sulla carta rimaneva stampato unicamente lì... accadesse quello che accadesse.
Unica iniziativa/panacea dalla totalità di costoro proposta e sostenuta con estrema fermezza una colletta.
Una colletta da svolgersi fra la gente ovviamente.
Una colletta che dunque doveva ancora togliere risorse e grana ai poveri disorganizzati chiaramente.
Una schifezza immane.
O meglio la solita immane schifezza naturalmente.
Quanta amarezza.
Alla fine rinunciai e tentai di liberare gli ostaggi.
Col cazzo mi risposero in coro.
Noi rimaniamo qui che stiamo benissimo ed abbiamo trovato persone di buon cuore e disposte sul serio ad esporsi e rinunciare in prima istanza allora... allora signori miei dovetti cercarmi un lavoro stipendiato per mantenerli e di conseguenza non ebbi ancora tempo per inventare nuove avventure al che... al che i racconti delle gesta del bandito Sid Liscious purtroppo per me e per voi finiscono qua.
Comincio dall'inizio.
Da tempo cercavo un esercizio commerciale chiuso nei pressi di quella banca.
L'idea era più o meno la solita.
Attaccare alla serranda un bel cartello tipo stiamo lavorando per una prossima riapertura... in modo da giustificare l'entrare ed uscire con attrezzature e materiali vari... per in realtà invece scavare un bel tunnel sotterraneo che conducesse nel caveaux ove ovviamente presumevo avrei finalmente risolto i miei problemi finanziario esistenziali.
E finalmente dopo varie vicissitudini contrattuali e non riuscii ad averne uno.
Neanche serve sottolineare mi misi a lavorare di gran lena il giorno stesso e devo dire con soddisfazione estrema.
Le mappe che m'ero procurato infatti rispondevano in pieno.
Ancora un metro e dovrei incontrare il tubo dell'acqua ed incontravo il tubo dell'acqua.
Ancora sette e troverò la linea elettrica e trovavo la linea elettrica.
Ancora quattro ed il muro delle fondamenta sarà mio e fu mio.
Tutto procedeva a gonfie vele insomma.
Nessuno si lamentava di rumori molesti.
Nessuno in discarica si preoccupava di chiedermi da dove veniva la terra consegnata.
Nessuno sospettava di nulla anzi i negozianti intorno tutti mi riempivano di complimenti per l'iniziativa con grande entusiasmo.
Una sola cosa mi disturbava di tanto in tanto.
Degli altri rumori.
Degli altri rumori che parevano proprio provenire dal sottosuolo e molto simili... nel tentare d'essere silenziosi... ai miei.
Non capivo assolutamente la loro origine.
Non comprendevo che tipo di lavoratore poteva produrli e certamente non pensavo fossero come dire naturali o derivati da qualche movimento animale.
Alla lunga mi ci abituai comunque anche considerato il fatto continuavo a non notare di sopra stranezza alcuna.
E pertanto andai avanti metodico ad impegnarmi nello scavo.
L'obiettivo era una grata sul pavimento della camera blindata lì posta per l'eventuale scarico dell'acqua immessa in caso d'incendio.
Una grata chiaramente super rinforzata però anche non molto preoccupante visto e considerato una lancia termica dovevo portarla in ogni caso per aprire le cassette di sicurezza.
Ed i rumori paralleli nel frattempo anche loro continuarono chiaramente e continuarono e continuarono e continuarono finché una mattina non si svelarono in tutta la loro sorprendente ampiezza.
Una donna.
Una donna bionda ed impolverata difatti stava arrivando scavando giusto contemporaneamente a me sotto la grata.
Non vi dico lo spavento comune nel momento in cui cadde il sottile diaframma che separava i due tunnel convergenti nonostante partissero da punti diversi.
Che tra l'altro fui io a procurarlo il crollo poggiandomi con la schiena per un po' di riposo ed una sigaretta sul fianco del mio tunnel.
E tu chi sei?
E soprattutto che ci fai qui?
«No tu chi sei e vattene che l'idea l'ho avuta prima io».
Che dici bella sono mesi che ci lavoro ed anni che progetto ed
inoltre ho pagato profumatamente le dritte all'ingegnere progettista e non intendo dunque recedere d'un solo passo.
«Ah buona questa.
Credi forse io non abbia fatto uguale?”.
Un bel casino.
Che dici se al posto d'azzannarci qui sporchi e scomodi ci troviamo fuori e ne discutiamo serenamente?
«Ok al bar Meeting alle otto stasera e nel frattempo non tentare di fregarmi che t'ammazzo stecchito prima e mi prendo l'intero bottino poi».
Andai all'appuntamento che ancora non ci credevo.
Lei c'era.
Discutemmo dapprima animatamente e dopo via via sempre con più calma.
Era bella e suadente e simpatica e... e disponibile.
Parecchio disponibile.
Parecchio parecchio parecchio.
Finimmo a casa mia e ci rimanemmo per tre giorni filati.
A far l'amore e parlare a far l'amore e tentare accordi a far l'amore ed a dirci infine ok ci s'incontra oggi giù alla grata appena la banca chiude che insieme si va meglio a non fare scattare il sistema d'allarme.
Si rivestì mi sorrise mandandomi un bacio voltò le spalle chiudendo la porta e... e non la rividi mai più.
Che pollo ero stato.
Mi sta giusto bene la galera in perdurante totale povertà.
Lei aveva minimo un complice io no.
Non particolarmente fortunata avrete intuito la mia carriera di bandito ed a tal proposito vorrei ricordare una statistica che molto ben la descrive.
Ho fatto in totale sedici furti e sono stato beccato diciotto volte.
Un successo incredibile.
Come ci sono riuscito?
Oh semplicissimo in due occasioni scelsi compagni di cordata che proponevano azioni sulla carta quasi legali.
Una ve la racconto volentieri.
Da tempo la città era sotto assedio d'un misterioso inafferrabile ladro d'antiquariato.
Rubava di tutto e nei posti più disparati.
Da case private da luoghi pubblici da musei da chiese ed in generale da tutti i siti in cui stazionavano preziosi oggetti antichi.
Mobili gioielli o suppellettili non aveva importanza.
La polizia s'era fatta l'idea la sua fosse una fobia non un bisogno di denaro e che col tempo questa mania si fosse trasformata in sfida aperta.
Credo furono ingaggiati i migliori detective al mondo e montati i sistemi d'allarme più sofisticati ma niente.
In un modo o nell'altro lui riusciva ad entrare ovunque ed a portare via cose anche d'un certo volume o armadi pesantissimi e senza lasciare traccia alcuna.
Un bel guaio anche per tutti noi del mestiere fra l'altro che i controlli s'erano fatti pesantissimi e gli spazi di manovra strettissimi e pericolosissimi ed io ovviamente... mica sono scemo... decisi perciò di lasciare da parte un momentino per dedicarmi a mansioni oneste.
E che mansione onesta mi capitò?
Una mansione probabilmente folle vi dirò però anche assolutamente non truffaldina nonostante per ovvi svariati motivi dovesse rimanere assolutamente segreta.
M'agganciò un tipo e mi raccontò una storiella.
Aveva rinvenuto la mappa originale d'un tesoro e voleva io l'aiutassi nel tentare di recuperarlo e diceva che una volta trovato sarebbe stato estremamente generoso.
Una storia incredibile specie ai nostri tempi alla quale unicamente dei matti avrebbero dato credito bensì pure appiccicosa e suggestiva.
Non seppi resistere i volli approfondire.
Nelle viscere del castello sulla rocca in effetti era indicata una stanza segreta.
Una stanza la cui entrata era visibile solamente nel momento... durante una notte di plenilunio settembrino... veniva accarezzato trentadue volte dall'alto verso il basso un particolare sasso posto sul muro di quello che sembrava essere un normalissimo stretto corridoio di raccordo.
Feci diversi sopralluoghi prima d'accettare.
In fondo si trattava pur sempre d'entrare da ladri e dunque non è che si poteva lasciare nulla alla casualità.
Di giorno fortunatamente il maniero era aperto ai visitatori... che comunque oramai non vedevano niente in quanto il serial ladro d'antichità aveva già portato via tutto.
Il corridoio esisteva veramente.
Primo buon indizio.
Il particolare sasso anche.
Secondo buon indizio e terzo buon indizio la sorveglianza era stata oramai praticamente tolta.
Che come dicevo non serviva più.
Mi turbava unicamente il fatto del plenilunio settembrino.
Ci riflettei e riflettemmo a lungo e non arrivammo a nessuna conclusione logica.
Lo stesso decisi di gettarmi nell'avventura a corpo morto al che assieme a colui che mi volle complice aspettammo.
Passò la luna d'agosto e l'attesa si fece pressante.
Normale poteva esserci il nulla o il tutto dentro quella stanza ma si sa la speranza sta sempre dalla parte migliore.
E venne la notte fatidica.
Entrammo con assoluta facilità e scivolammo silenziose ombre lungo i vecchi camminamenti ed arrivammo di fronte al fatidico sasso.
L'ammetto ero talmente agitato che gli dissi accarezzalo tu sebbene lui premesse per il contrario però... però contai con la massima attenzione il numero delle carezze.
Ventotto ventinove trenta trentuno trentadue e... ed incredibile il muro cominciò a scorrere liberando dapprima una buia fessura.
Che s'allargò s'allargò s'allargò fino alla misura d'una vera e propria porta.
Non vi dico l'eccitazione.
Quasi non riuscivo a premere il pulsante della torcia elettrica e tremavo tutto ed il sudore s'era fatto rivolo e... e "buona sera signori.
Polizia.
V'aspettavamo ansiosi".
Porca puttana nemmeno tentammo la fuga.
In un baleno infatti apparirono sbirri da tutte le parti e non capivo non capivo non capivo il motivo d'una presenza così massiccia.
Me lo spiegò gentilmente il famosissimo detective Ale Gale ovvero colui che ideò la trappola.
Gran furbone senz'altro il nostro.
Lui difatti conoscendo la storia della parete mobile nel sottofondo segreto d'un raro preziosissimo cofanetto inglese del settimo secolo fatto giungere in città appositamente ed accompagnato dalla giusta segretezza munita... negli ambienti appropriati... di qualche spiffero ad hoc aveva fatto nascondere la falsa mappa... peraltro frutto d'un lavoro eccezionalmente fantastico e ricavata su carta d'epoca originale.
Un lavoretto con i fiocchi ed i contro fiocchi per intenderci che sarebbe stato in grado d'imbrogliare chiunque.
Lui era certissimo il ladro d'antiquariato sarebbe riuscito a rubare il cofanetto e pertanto con mano d'esperto pure a scoprirne il segreto.
Il rischio era notevole se non che a quel punto il maniaco non sarebbe di certo resistito e vicenda assai importante mai avrebbe delegato ad altri il piacere d'entrare per primo in un luogo rimasto intatto con tutti i suoi contenuti durante tanti secoli e... ed aveva avuto ragione.
A casa del mio complice furono rinvenuti in toto i corpi dei reati precedenti.
Non potei non fargli i miei complimenti e chiaramente non potei nemmeno non farmi svelare il perché avesse scelto giusto la luna settembrina... che ci avevo ragionato sopra troppo per lasciare perdere.
Mi guardò e scoppiò a ridere.
"Che c'è di meglio d'una licenza premio appena mal volentieri ripreso il lavoro dopo le ferie?... mi rispose.
Che c'è di meglio?".
Credetemi lo smacco fu notevole anche se l'esperienza mi fece imparare un sacco di cose.
Gli avversari s'erano fatti notevolmente intelligenti.
Serviva un salto di qualità.
Decisi mi sarei cimentato nello spaccio internazionale di ragguardevoli quantità.
Feci attrezzare una vettura.
Il mio amico carrozziere ricavò lo spazio necessario per il trasporto illegale nella struttura del sotto portiere e richiuse il tutto perfino riverniciando a modino assai.
Io avrei dovuto raggiungere il Marocco comperare a prezzi vantaggiosissimi l'hashish smontare una ruota rimuovere una placca di ferro infilare dentro la merce e richiudere saldando e riverniciando con dell'attrezzatura appositamente portata con me.
Un gioco da ragazzi.
Traghettai al Algecirar raggiunsi Tétouan ed infilai dritto la strada che conduce in Ketama.
Il piano l'avevo ragionato perfettamente.
Dovevo essere discreto e per nulla appariscente.
Dovevo trovare una fattoria di produttori fuori mano e non frequentatissima e possibilmente dal fatturato di poco conto... che le grandi perbacco sono iper controllate e dunque molto pericolose.
Dovevo muovermi con le pinze insomma.
Salii in alto sulla montagna perlustrando attentamente.
Quella no troppa gente.
Quest'altra nemmeno il padrone ha l'occhio bieco.
Questa andrebbe bene ma il fumo è appena appena discreto e per nulla a buon prezzo.
E via di questo passo in luoghi sempre più ameni finché non infilai una tortuosissima stradina "giusta".
Notai subito e con un certo piacere la grande povertà che dichiarava la situazione.
Baracca più che casa l'abitazione di quel tizio e sassi più che campi tutto attorno.
Mi sembrò il posto cercato.
Che in effetti rispondeva in pieno ai requisiti da me ritenuti fondamentali.
Pensate avevo posto per una trentina di chili nell'imbosco però lui ne possedeva solamente venti tre.
D'ottima qualità peraltro e dal prezzo incredibilmente leggero.
Tempo un paio di giorni... in verità un tot sballati... ci mettemmo d'accordo su tutto e tempo un altro paio la farcitura era riuscitissima.
Riuscitissima al punto tale nessun cane avrebbe potuto annusare la torta e nessun esperto in carrozzeria nemmeno immaginare l'arcano meravigliosamente nascosto da una nuova saldatura e da una gentile e per nulla visibile riverniciatura.
Ero proprio contento ed il contadino anche che rideva e rideva di gusto nel vedermi soddisfatto e che inoltre aveva guadagnato un piccolo flessibile ed una saldatrice portatile.
Rifeci la strada al contrario e tutto a meraviglia e mi ripresentai dunque all'imbarco verso la Spagna sicurissimo la traversata sarebbe andata a meraviglia.
E con i doganieri marocchini fu così infatti nonostante una perquisizione meticolosa.
Sul traghetto pensavo se è andata di lusso con quei cattivi musulmani figurati come potrà andare con dei buoni cristiani.
I doganieri spagnoli aspettavano impettiti lo sbarco dei mezzi.
Passaporto controllo targhe sul libretto e qualche domanda sul motivo del mio viaggio e... ed "accosti in quello spazio laggiù per favore".
E da un portone uscì uno in divisa con un trapano in mano.
La sua punta da otto millimetri perforò giuliva il sotto portiera giusto in mezzo e... ed uscì con addosso attaccata una parecchio indicativa giallo verdina quantità di polline pressato.
Accidenti m'avevano beccato pure stavolta ma... ma come avete fatto?
"Semplice signore probabilmente il suo piano aveva delle pecche".
Scusi sa... che tipo di pecche?
"Lei è andato da un contadino che produce poco che però per vivere e mantenere la famiglia deve vendere tutto l'anno al che noi con lui abbiamo ideato un contrattino".
Un contrattino?
"Sicuro lui ci fa la soffiata e c'indirizza esattamente nel luogo dove cercare e... ed in cambio noi oltre ad un misero premio in denaro gli restituiamo anche l'hashish in modo lui lo possa vendere nuovamente e... e la storia ricomincia da capo con grande beneficio per tutti i protagonisti... tranne lei e quelli pari a lei ovviamente".
Ma va fanculo va Sid Liscious.
Ma va fanculo!
Presi otto anni da passare nel carcere d'uno sperduto paesino nella Mancia.
Dio volle previo avere scontato metà della pena potei scegliere se finirla o venire rimpatriato con la clausola non avrei potuto rientrare in Spagna vita natural durante.
La scelsi e me n'andai accompagnato alla frontiera senza neanche un soldo in tasca... nonostante arricchito d'una media cultura linguistico televisiva gitana e "flamenchera".
Arrivai a casa distrutto ed affamato.
Dovevo inventarmi qualcosa.
Ma cosa?
Ci pensai tanto mentre nel frattempo la vecchia zia Camilla m'allungava qualche panino.
E pensai e pensai e pensai finché alla fine la decisione fu consapevolmente drastica.
Sarei diventato un killer a pagamento.
Non facile introdursi nell'ambiente peraltro né procurare gli attrezzi appositi bensì insisti insisti insisti alla fine ebbi lo che volevo.
Una signora spossata da una mania del marito ed un'arma a canna lunga di precisione assoluta.
L'appuntamento era al parco.
Bella topa non più giovanissima però ancora certamente avvenente.
Aveva un problemuccio cui non voleva cedere.
Lui pretendeva almeno un pompino avesse sancito in maniera indelebile la loro unione ma lei era assolutamente contraria.
Mai e mi ribadì più volte mai lei in vita sua aveva fatto ciò e mai mai mai avrebbe avuto l'intenzione di cedere.
Solo lui era diventato assillante.
Ci provava in ogni momento ed in ogni luogo ed in tutte le stagioni ed era insopportabile.
Insopportabile insopportabile.
L'ultimo giro s'era infilato al posto del prete nel confessionale se non che lei capì l'inghippo nel momento in cui il sacerdote le propose quale penitenza di succhiare una turgida pena che conosceva fin troppo bene.
Dal mio punto di vista sulla carta non un impegno difficile comunque.
Persona parecchio metodica e casa che dava su un boschetto ove l'appostamento sembrava aver incontrato la naturalezza d'essere a volte fondamentale.
Al secondo appuntamento ci accordammo il decesso sarebbe avvenuto il prossimo sabato.
Metà compenso subito metà ad omicidio effettuato.
Tutto estremamente filante insomma... almeno fino al venerdì sera.
Al fatidico venerdì sera dovrei dire.
Lei infatti fu vittima d'una o varie crisi di coscienza durante quella nottata.
S'era pentita cavolo.
Il senso di colpa la stava divorando piano piano e... e non resistette e confidò la cosa al marito e dopo scoppiò depressa in lacrime.
In lacrime in lacrime in lacrime.
Oramai non poteva più fermarmi e non sapeva in che maniera farsi perdonare dal consorte e... ed ebbe un'idea.
"Per dimostrargli la mia prostrazione e la mia dedizione cazzo... cazzo stavolta gli faccio il pompino".
E glielo fece totale.
E glielo fece che lui non ci credeva.
E glielo fece che lui capì perfettamente perché l'aveva sempre desiderato.
E glielo fece che s'applicò in maniera incredibile.
Che la sua lingua e le sue labbra ed il suo palato e la sua gola diventarono un tutt'uno con il pene del consorte.
E glielo fece che lui s'agitò tutto.
Che il suo sangue pulsava a mille dentro le vene.
Che il suo desiderio diventava man mano incontrollabile ed incontenibile.
Che il sudore gli inondava il corpo intero.
E glielo fece che quando venne si bevve lo sperma manco fosse rosolio.
E glielo fece che giocò con codesto suo liquido a farlo girare e rigirare per la bocca prima d'ingoiarlo in toto e badando bene non andasse dispersa nemmeno una singola minuta gocciolina.
E glielo fece che la pressione di lui schizzò a quattrocento cinquanta.
Che i suoi bulbi oculari niente niente uscirono di fuori.
Che i suoi capelli si drizzarono.
Che l'emozione lo travolse.
Che... che il suo cuore sottoposto a sollecitazioni incredibili non resistette e... e si spaccò letteralmente in due vittima d'un infarto fulminante.
Oh perbacco.
La mattina arrivai in loco e la prima immagine fu un carro funebre che lasciava la casa.
Poi nel boschetto arrivò lei e mi mise al corrente dei fatti.
Che delusione.
Era andata male pure stavolta cavolo ed un senso di profonda frustrazione s'impadronì immediatamente di me... che la mia faccia credo sembrava un cencio usato per lavare il pavimento d'un padiglione fieristico tre volte.
E lei notò e si commosse commosse commosse al punto che dicendomi "non voglio indietro l'anticipo anzi se per te va bene e collabori ti salderò anche il resto" m'aprì la cintura ed in un baleno s'infilò il mio attrezzo in bocca che sembrava in trance e ripeteva continuamente.
"Mamma quant'ero scema.
Mamma quant'ero scema.
Mamma quant'ero...
scema".
Quindi neanche male concludendo.
Guadagnai buoni soldi senza dover espormi... non finii dentro e... e la donna mi e si consolò abbondantemente negli anni a seguire.
Certo professionalmente non il massimo bensì m'accontentai volentieri se non che alla lunga l'istinto conduce sempre il lupo verso il suo destino e pertanto infine accettai entusiasta una nuova pensata delinquenziale che mi venne durante un moto oserei affermare d'ingiustizia sociale.
Lo sapete i poveri gli immigrati i malati ed in generale gli emarginati sono categorie protette e per le quali ogni singolo stato... chiesa compresa... spende ogni anno montagne di soldi finanziando organizzazioni che li accudiscano e difendano e lottino per i loro diritti e... e decisi d'approfittarne.
D'approfittarne a mio vantaggio s'intende però non solo che volevo capire pure dove avrebbe potuto spingersi tanta solidarietà così pubblicamente ed enfaticamente espressa.
Ne rapii una decina tra barboni handicappati neri e cassaintegrati.
Ne rapii una decina e li piazzai a casa dell'auto vedova e chiesi un riscatto.
Due milioni di euro per ciascuno e lo feci calcando la mano sul fatto altrimenti avrebbero fatto una gran brutta fine.
No tranquilli non li trattai male anzi.
Anzi la signora preparava loro da mangiare con impegno ed abbondantemente e li teneva puliti probabilmente tale non erano mai stati e... ed inoltre anche soddisfatti che quantunque il loro numero fosse impegnativo era rimasta veramente fulminata dalla sua prima volta e non perdeva occasione.
Non perdeva occasione.
Non perdeva occasione.
Credetemi il clamore fu immenso.
Una nuova forma di terrorismo internazionale.
Giornali e giornalisti esaltati nei titoloni.
Televisioni assatanate.
Preti vescovi e papi che lanciavano anatemi ed omelie di fuoco.
Eserciti polizie servizi segreti e governi in allerta al livello massimo.
Onu fondo monetario organizzazione della sanità e... e chissà chi altri in mobilitazione generale.
Cavolo sembrava funzionare il ricatto.
A parole sembrava funzionare alla perfezione ma... ma dopo mesi e mesi non avevo ancora visto un centesimo ed il gioco dello scarica barile tra chi in teoria avrebbe dovuto pagare raggiunse livelli pubblici e privati esilaranti.
Al solito insomma.
Tutti che fanno tutto per tutti in teoria ed in pratica ognuno che pensa al proprio orto che svuotato di soldi non avrebbe potuto dare i frutti privatamente desiderati.
Da rimanere a bocca aperta al rendersi conto di quanto in taluni ambienti quel che era sulla carta rimaneva stampato unicamente lì... accadesse quello che accadesse.
Unica iniziativa/panacea dalla totalità di costoro proposta e sostenuta con estrema fermezza una colletta.
Una colletta da svolgersi fra la gente ovviamente.
Una colletta che dunque doveva ancora togliere risorse e grana ai poveri disorganizzati chiaramente.
Una schifezza immane.
O meglio la solita immane schifezza naturalmente.
Quanta amarezza.
Alla fine rinunciai e tentai di liberare gli ostaggi.
Col cazzo mi risposero in coro.
Noi rimaniamo qui che stiamo benissimo ed abbiamo trovato persone di buon cuore e disposte sul serio ad esporsi e rinunciare in prima istanza allora... allora signori miei dovetti cercarmi un lavoro stipendiato per mantenerli e di conseguenza non ebbi ancora tempo per inventare nuove avventure al che... al che i racconti delle gesta del bandito Sid Liscious purtroppo per me e per voi finiscono qua.
»
- Blog di sid liscious
- 613 letture