Scritto da © sid liscious - Sab, 21/12/2013 - 10:20
Piccola avvertenza.
S'andrà a leggere un racconto in prosa contenente diversa poesia di sostanza e non di poetica e ch'è giocato fra passato e presente seriamente rischiando apposta di sbagliare completamente, nei vari paragrafi, il tempo dei verbi.
S'andrà a leggere un racconto in prosa contenente diversa poesia di sostanza e non di poetica e ch'è giocato fra passato e presente seriamente rischiando apposta di sbagliare completamente, nei vari paragrafi, il tempo dei verbi.
Poverino l'amico è andato pensai ed è malato di fegato e condizioni alla bilirubina e dunque rassegnato, con una carriola di fortuna, decisi di consegnarlo al convento non... non esente peraltro da un deciso, percepibile e vibrante timore e... ed immaginandomi il discorso di benvenuto che i frati ci avrebbero riservato.
«Le anime sono stranamente nella totalità buone, soavi, piene d'onorevoli sentimenti e capaci di grande sopportare e remissive cento per cento e per niente rivoluzionarie ed, importantissimo, identiche d'individuo in individuo ergo, si da il caso, non esiste possibilità di ribellione azionata dall'anima».
No dai cosa dico chiaramente... chiaramente scherzo fra me e me e tenendo conto della genesi della malattia del mio compagno ovviamente... ovviamente dovuta molto più ad uno spirito pugnace che ad un'anima remissiva.
Non si possono pretendere situazioni del genere in chi crede e si sacrifica prono lo so semmai... semmai piuttosto meglio cogliere l'occasione per dare luce ad un parallelo, peraltro stranissimo, che ho sempre coltivato ignorandone completamente le fondamenta.
Secondo me infatti i frati e la vita ecclesiastica sono uguali alla neve.
Io lì parecchio gasato e bendisposto per il suo arrivo e lei che ricambia facendomi scivolare, impedendomi i movimenti, rincretinendomi il sistema di frenatura e causando tantissimi altri inghippi misti tra... tra cui un preoccupante generale pallore al paesaggio.
E non saprei proprio chi può condividere e nemmeno chi può leggere correttamente la metafora in verità però... però non è il momento di preoccuparmi del mio.
No certo.
Meglio pensare al gestire coerentemente la situazione del malato che, ne sono sicuro, certamente si presenterà da par suo ed alla classica domanda perché ti sei ridotto così posso immaginarmi risponderà...
«Perché io sono l'unico essere dell'universo che combatte contro la deportazione libera e coatta delle piante attraverso la terra e lo faccio in quanto atta a generare schiavitù considerato lo scopo primario è di venderle e farle lavorare e produrre per esaudire dei vezzi di cialtroni prepotenti».
E viene banale pensare di conseguenza «Oh sì fratello comprendiamo le tue preoccupazioni» gli risponderanno «Ma non hai una famiglia ed una casa ed un lavoro?».
Se non che lui contrattaccherà nuovamente « Io... io non ho partorito figli, miei belli, comunque in passato ho avuto tre conigli.
Li tenevo in una casa che possedevo fra i tigli dai... dai cui rami pendevano dei sonagli.
Mangiavano carote e germogli poi... poi sapete le distrazioni e le possibili future mogli, d'estate, la sera, la notte sulla spiaggia riparata dagli scogli.
Ecco insomma talvolta finisce che ti spogli e così volentieri t'abbandoni all'ebbrezza però... però ciò non toglie che lo stesso, prima o dopo, sarebbero crollate delle case, migrati dei conigli o suonati dei sonagli».
E ci sarà della costernazione quindi anche... anche se la posso prevedere controllata data la pazienza e la predisposizione dei soggetti e dato non si può prendersela con lui.
In fondo egli stava lì nel suo stato di perenne puzzolente e sporco ed in luoghi selvaggi ed accuratamente evitati dagli individui normali in quanto pericolosi ed insalubri bensì... bensì un giorno una logica riuscì a percepire la sua utilità segreta, trasformandolo a sua volta in parallelo utile da confrontare ed in seguito d'utilità in utilità, man mano biecamente inalberata, furono sterminati benefici e rinnovate comodità sparsi dappertutto.
Che lui, oltre al fatto di ritrovarsi esposto contro voglia, da questo punto di vista fu importante almeno quanto la scoperta del petrolio.
Se non di più.
Se non di più.
E questa considerazione mi da soddisfazione e... e mi piace il motivo di questa soddisfazione.
Che m'innesca un certo ragionamento.
E m'è intrigante codesto ragionamento e veliero su cui strambare ed esplorare un mare di presente in verità piuttosto assente.
Difatti lui presente è molto generoso con i sodali.
Li mantiene tutti belli cotti tale piace ammirarli a qualcuno e loro volentieri buttano dentro il forziere l'intero ricavato e consumavo l'impossibile.
Ma torniamo a noi cavolo che scrivendo mi perdo sempre in considerazioni personali e dimentico la narrazione.
«Non temere noi ti cureremo e rifocilleremo” scommetto quindi insisteranno i frati «ed uscirai di qui sano e con un cuore nuovo».
Se non che, sapendo io le ultime parole estremamente pericolose, lui non mollerà e si chiuderà a riccio urlando «Giammai.
Non voglio un cuore diverso.
Il mio lo conosco e mi piace e d'un altro mai mi fiderei.
S'è troppo grosso diventi di tendenze gelose e nell'eventualità abbia un ventricolo piccolino rispetto all'altro magari non può diventare d'oro al che... al che sarei costretto ad inventarmi un modo per ritrovare le proporzioni appropriate non... non appena realizzo l'averlo d'oro una necessità».
E chissà come mai questa questione del cuore l'aveva fulminato, ch'era un suo normale cavallo di battaglia almeno pari alla schiavitù delle piante.
E non capivo il motivo di tanta attrazione verso l'argomento, però sapevo bene di quanto lui desiderava esporlo compiutamente ed ancora di quanto se non ci riusciva, e non ci riusciva mai, non partecipava alle attività del branco, non curava la forma e l'aspetto del fisico, non giocava e... e veniva pertanto umiliato ed impalato indifferentemente da potenti e da sottomessi e da giovani e da vecchi.
Credo per lui il concetto fosse un miscuglio di pace, beatitudine, scelta, autodeterminazione, convinzione e realizzazione che dannatamente, per quanto ripetuto o sbandierato, solamente deragliava in velocissimi flash di pathos pugnandi.
Di graziosa sorpresa.
Di delizioso rilancio interiore.
Di... di sensazioni che talvolta unicamente la neve che cade sa generare negli animi se... se non erro.
Al che devo ammettere addirittura io, che dimenticavo di dichiarare sono altrettanto pugnace e sensibile alla sorpresa dell'amico malato, li tento apposta i difetti d'un cuore per mandarmi e mandare confusione ed appoggiando completamente il suo pensiero «casomai... casomai un cuore nuovo procuralo per te che dovresti giusto sentirne la necessità nell'attimo... nell'attimo in cui vorresti procurarlo per un altro».
E comunque di nuovo a parlare di me.
Uff a questo punto è un difetto ed allorché ci cado rischio immancabilmente di perdermi qualcosa.
Qualcosa che, posso prevedere tranquillamente, nel frangente diverrebbe una domanda rivolta dall'amico malato ai frati ansiosi... ansiosi almeno indicasse lui il modo in cui avrebbero potuto aiutarlo senza farlo contrariare
E «Voi sapete s'esiste un liceo arpistico?
No perché uno m'ha detto quella è la scuola per te ed io gli ho risposto esiste... esiste il contrario di palla? e lui ha ribattuto certo è verità.
Oh bene, e lo sospettavo da tempo, dunque è lei quella cosa buttata in mezzo ai giocolieri in un campo allo scopo... allo scopo di nasconderla in una rete con azioni che destabilizzano ed aggirano le difese degli spettatori allorché... allorché non guardano la partita» era la domanda.
«E scusa sai e perdonaci se non condividiamo cento per cento il tuo sentirti palla e comunque no.
Non esiste il liceo arpistico» gli risponderanno i frati e lui... lui con un sorriso aperto e finalmente mostrando un grande spirito collaborativo pertanto concluderà con un serafico «allora... allora mi sarete molto utili veramente che... che se il campo è coperto di neve i giocatori non possono correre, la palla non rimbalza, la partita viene sospesa e gli spettatori non finiscono in una rete».
«Le anime sono stranamente nella totalità buone, soavi, piene d'onorevoli sentimenti e capaci di grande sopportare e remissive cento per cento e per niente rivoluzionarie ed, importantissimo, identiche d'individuo in individuo ergo, si da il caso, non esiste possibilità di ribellione azionata dall'anima».
No dai cosa dico chiaramente... chiaramente scherzo fra me e me e tenendo conto della genesi della malattia del mio compagno ovviamente... ovviamente dovuta molto più ad uno spirito pugnace che ad un'anima remissiva.
Non si possono pretendere situazioni del genere in chi crede e si sacrifica prono lo so semmai... semmai piuttosto meglio cogliere l'occasione per dare luce ad un parallelo, peraltro stranissimo, che ho sempre coltivato ignorandone completamente le fondamenta.
Secondo me infatti i frati e la vita ecclesiastica sono uguali alla neve.
Io lì parecchio gasato e bendisposto per il suo arrivo e lei che ricambia facendomi scivolare, impedendomi i movimenti, rincretinendomi il sistema di frenatura e causando tantissimi altri inghippi misti tra... tra cui un preoccupante generale pallore al paesaggio.
E non saprei proprio chi può condividere e nemmeno chi può leggere correttamente la metafora in verità però... però non è il momento di preoccuparmi del mio.
No certo.
Meglio pensare al gestire coerentemente la situazione del malato che, ne sono sicuro, certamente si presenterà da par suo ed alla classica domanda perché ti sei ridotto così posso immaginarmi risponderà...
«Perché io sono l'unico essere dell'universo che combatte contro la deportazione libera e coatta delle piante attraverso la terra e lo faccio in quanto atta a generare schiavitù considerato lo scopo primario è di venderle e farle lavorare e produrre per esaudire dei vezzi di cialtroni prepotenti».
E viene banale pensare di conseguenza «Oh sì fratello comprendiamo le tue preoccupazioni» gli risponderanno «Ma non hai una famiglia ed una casa ed un lavoro?».
Se non che lui contrattaccherà nuovamente « Io... io non ho partorito figli, miei belli, comunque in passato ho avuto tre conigli.
Li tenevo in una casa che possedevo fra i tigli dai... dai cui rami pendevano dei sonagli.
Mangiavano carote e germogli poi... poi sapete le distrazioni e le possibili future mogli, d'estate, la sera, la notte sulla spiaggia riparata dagli scogli.
Ecco insomma talvolta finisce che ti spogli e così volentieri t'abbandoni all'ebbrezza però... però ciò non toglie che lo stesso, prima o dopo, sarebbero crollate delle case, migrati dei conigli o suonati dei sonagli».
E ci sarà della costernazione quindi anche... anche se la posso prevedere controllata data la pazienza e la predisposizione dei soggetti e dato non si può prendersela con lui.
In fondo egli stava lì nel suo stato di perenne puzzolente e sporco ed in luoghi selvaggi ed accuratamente evitati dagli individui normali in quanto pericolosi ed insalubri bensì... bensì un giorno una logica riuscì a percepire la sua utilità segreta, trasformandolo a sua volta in parallelo utile da confrontare ed in seguito d'utilità in utilità, man mano biecamente inalberata, furono sterminati benefici e rinnovate comodità sparsi dappertutto.
Che lui, oltre al fatto di ritrovarsi esposto contro voglia, da questo punto di vista fu importante almeno quanto la scoperta del petrolio.
Se non di più.
Se non di più.
E questa considerazione mi da soddisfazione e... e mi piace il motivo di questa soddisfazione.
Che m'innesca un certo ragionamento.
E m'è intrigante codesto ragionamento e veliero su cui strambare ed esplorare un mare di presente in verità piuttosto assente.
Difatti lui presente è molto generoso con i sodali.
Li mantiene tutti belli cotti tale piace ammirarli a qualcuno e loro volentieri buttano dentro il forziere l'intero ricavato e consumavo l'impossibile.
Ma torniamo a noi cavolo che scrivendo mi perdo sempre in considerazioni personali e dimentico la narrazione.
«Non temere noi ti cureremo e rifocilleremo” scommetto quindi insisteranno i frati «ed uscirai di qui sano e con un cuore nuovo».
Se non che, sapendo io le ultime parole estremamente pericolose, lui non mollerà e si chiuderà a riccio urlando «Giammai.
Non voglio un cuore diverso.
Il mio lo conosco e mi piace e d'un altro mai mi fiderei.
S'è troppo grosso diventi di tendenze gelose e nell'eventualità abbia un ventricolo piccolino rispetto all'altro magari non può diventare d'oro al che... al che sarei costretto ad inventarmi un modo per ritrovare le proporzioni appropriate non... non appena realizzo l'averlo d'oro una necessità».
E chissà come mai questa questione del cuore l'aveva fulminato, ch'era un suo normale cavallo di battaglia almeno pari alla schiavitù delle piante.
E non capivo il motivo di tanta attrazione verso l'argomento, però sapevo bene di quanto lui desiderava esporlo compiutamente ed ancora di quanto se non ci riusciva, e non ci riusciva mai, non partecipava alle attività del branco, non curava la forma e l'aspetto del fisico, non giocava e... e veniva pertanto umiliato ed impalato indifferentemente da potenti e da sottomessi e da giovani e da vecchi.
Credo per lui il concetto fosse un miscuglio di pace, beatitudine, scelta, autodeterminazione, convinzione e realizzazione che dannatamente, per quanto ripetuto o sbandierato, solamente deragliava in velocissimi flash di pathos pugnandi.
Di graziosa sorpresa.
Di delizioso rilancio interiore.
Di... di sensazioni che talvolta unicamente la neve che cade sa generare negli animi se... se non erro.
Al che devo ammettere addirittura io, che dimenticavo di dichiarare sono altrettanto pugnace e sensibile alla sorpresa dell'amico malato, li tento apposta i difetti d'un cuore per mandarmi e mandare confusione ed appoggiando completamente il suo pensiero «casomai... casomai un cuore nuovo procuralo per te che dovresti giusto sentirne la necessità nell'attimo... nell'attimo in cui vorresti procurarlo per un altro».
E comunque di nuovo a parlare di me.
Uff a questo punto è un difetto ed allorché ci cado rischio immancabilmente di perdermi qualcosa.
Qualcosa che, posso prevedere tranquillamente, nel frangente diverrebbe una domanda rivolta dall'amico malato ai frati ansiosi... ansiosi almeno indicasse lui il modo in cui avrebbero potuto aiutarlo senza farlo contrariare
E «Voi sapete s'esiste un liceo arpistico?
No perché uno m'ha detto quella è la scuola per te ed io gli ho risposto esiste... esiste il contrario di palla? e lui ha ribattuto certo è verità.
Oh bene, e lo sospettavo da tempo, dunque è lei quella cosa buttata in mezzo ai giocolieri in un campo allo scopo... allo scopo di nasconderla in una rete con azioni che destabilizzano ed aggirano le difese degli spettatori allorché... allorché non guardano la partita» era la domanda.
«E scusa sai e perdonaci se non condividiamo cento per cento il tuo sentirti palla e comunque no.
Non esiste il liceo arpistico» gli risponderanno i frati e lui... lui con un sorriso aperto e finalmente mostrando un grande spirito collaborativo pertanto concluderà con un serafico «allora... allora mi sarete molto utili veramente che... che se il campo è coperto di neve i giocatori non possono correre, la palla non rimbalza, la partita viene sospesa e gli spettatori non finiscono in una rete».
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