Scritto da © sid liscious - Ven, 22/03/2013 - 08:07
I concerti dell'orchestra sintonica non comprendono l'uomo tra gli esecutori.
I concerti dell'orchestra sintonica non prevedono strumenti.
I concerti dell'orchestra sintonica non vengono letti su nessun pentagramma.
E non succedono mai secondo previsto calendario.
E del comporre o di prove o di una produzione se ne fanno un gran baffo.
Ed i concerti dell'orchestra sintonica per gustali appieno di una particolarità hanno bisogno assoluto.
Del silenzio delle umane attività.
Un elemento è fondamentale invece... guarda caso lui in sé e per sé parecchio silenzioso... il vento.
Gran maestro d'esibizione per definizione se non erro.
Normalmente le overture sono garantite dalla quercia dal pioppo dal platano dal vecchio faggio o dal castagno.
Vale a dire i suonatori stazionanti in alto sul palco.
Pian pianino il loro incedere incalza prendendo corpo di sinfonia in divenire.
Direttore soffio s'è appena svegliato e comincia appunto adagio ad inventare il suo spartito.
Ed è uno spaziare d'archi che dispiega per l'aria nel frangente ed il volume comincia a lievitare.
Al che entrano in scena con discrezione il leccio il nocciolo i frassini e qualche selvaggio albero da frutto.
Che sta ad indicare i musicisti posizionati sulla metà del palco.
E sono i flauti allora ad impossessarsi della scena.
Anzi i flauti i fagotti ed i corni preciseremo... che queste piante dotate d'intrecci di rami dai diametri differenti lasciano giocare il conduttore con il ritmo e che alcuni passaggi nei loro snodi bassi riproducono inoltre perfettamente le tonalità pregne del clarinetto.
E pertanto... ora che c'è sostanza... il pino lascia cadere qualche pesante pigna che cozzando di qua e di là prima di toccare il suolo mima i timpani.
In ciò aiutato da alcuni rami secchi che si spezzano o precipitano anch'essi.
Ergo il cipresso con le sue trame interne aggiunge immediatamente i timbri soffusi di trombe in sordina.
Ma ecco subito dopo entrare in scena il sottobosco di per cui e quindi i violini garantire un notevole supporto al tutto ed il coro ovviamente gestito divinamente da vari animali e...
e non è finita che le foglie secche ed i fiori dalla corolla profonda cominciano ad imitare lo xilofono.
Le une rotolando e ricavando suono dagli ostacoli incontrati.
Gli altri rimandando per l'aria il refolo che viaggia quasi o proprio parallelo al suolo.
E previo averlo caratterizzato con le loro forme e cavità naturalmente.
E qui bisogna mostrare un orecchio veramente goloso allo scopo di cogliere il contributo di ogni singolo petalo coinvolto... che vibrando aggiunge note di contrappunti leggiadri.
Indi al possente incedere mancano unicamente le arpe dunque il maestro da indicazioni alle fughe della rapida o della piccola cascatella o del singolo gorgoglio prestato dal vicino fiume.
E questo succede a seconda del modo in cui intende proseguire... che oramai s'è destato del tutto e di conseguenza assodata la sua immensa classe può accadere veramente il musicalmente impensabile.
Non...
non si sa a priori quanto durino le esibizioni dell'orchestra sintonica.
Dieci minuti due secondi o tre giorni per lei sembra essere uguale.
E delle volte diremo non è nemmeno soave e tonico assistervi.
Se non che una cosa bisogna riconoscergliela nonostante alcune sue opere considerandole una volta eseguite appaiano addirittura stonate.
Non si chiama sintonica a vanvera.
La sintonia che irradia all'abbandonarsi a lei infatti dev'essere sorta dentro chi la segue in anticipo rispetto al suo show per poter essere gustata in pieno.
E codesto fatto non dipende minimamente dalle sue virtù gemellini miei.
No no no.
I concerti dell'orchestra sintonica non prevedono strumenti.
I concerti dell'orchestra sintonica non vengono letti su nessun pentagramma.
E non succedono mai secondo previsto calendario.
E del comporre o di prove o di una produzione se ne fanno un gran baffo.
Ed i concerti dell'orchestra sintonica per gustali appieno di una particolarità hanno bisogno assoluto.
Del silenzio delle umane attività.
Un elemento è fondamentale invece... guarda caso lui in sé e per sé parecchio silenzioso... il vento.
Gran maestro d'esibizione per definizione se non erro.
Normalmente le overture sono garantite dalla quercia dal pioppo dal platano dal vecchio faggio o dal castagno.
Vale a dire i suonatori stazionanti in alto sul palco.
Pian pianino il loro incedere incalza prendendo corpo di sinfonia in divenire.
Direttore soffio s'è appena svegliato e comincia appunto adagio ad inventare il suo spartito.
Ed è uno spaziare d'archi che dispiega per l'aria nel frangente ed il volume comincia a lievitare.
Al che entrano in scena con discrezione il leccio il nocciolo i frassini e qualche selvaggio albero da frutto.
Che sta ad indicare i musicisti posizionati sulla metà del palco.
E sono i flauti allora ad impossessarsi della scena.
Anzi i flauti i fagotti ed i corni preciseremo... che queste piante dotate d'intrecci di rami dai diametri differenti lasciano giocare il conduttore con il ritmo e che alcuni passaggi nei loro snodi bassi riproducono inoltre perfettamente le tonalità pregne del clarinetto.
E pertanto... ora che c'è sostanza... il pino lascia cadere qualche pesante pigna che cozzando di qua e di là prima di toccare il suolo mima i timpani.
In ciò aiutato da alcuni rami secchi che si spezzano o precipitano anch'essi.
Ergo il cipresso con le sue trame interne aggiunge immediatamente i timbri soffusi di trombe in sordina.
Ma ecco subito dopo entrare in scena il sottobosco di per cui e quindi i violini garantire un notevole supporto al tutto ed il coro ovviamente gestito divinamente da vari animali e...
e non è finita che le foglie secche ed i fiori dalla corolla profonda cominciano ad imitare lo xilofono.
Le une rotolando e ricavando suono dagli ostacoli incontrati.
Gli altri rimandando per l'aria il refolo che viaggia quasi o proprio parallelo al suolo.
E previo averlo caratterizzato con le loro forme e cavità naturalmente.
E qui bisogna mostrare un orecchio veramente goloso allo scopo di cogliere il contributo di ogni singolo petalo coinvolto... che vibrando aggiunge note di contrappunti leggiadri.
Indi al possente incedere mancano unicamente le arpe dunque il maestro da indicazioni alle fughe della rapida o della piccola cascatella o del singolo gorgoglio prestato dal vicino fiume.
E questo succede a seconda del modo in cui intende proseguire... che oramai s'è destato del tutto e di conseguenza assodata la sua immensa classe può accadere veramente il musicalmente impensabile.
Non...
non si sa a priori quanto durino le esibizioni dell'orchestra sintonica.
Dieci minuti due secondi o tre giorni per lei sembra essere uguale.
E delle volte diremo non è nemmeno soave e tonico assistervi.
Se non che una cosa bisogna riconoscergliela nonostante alcune sue opere considerandole una volta eseguite appaiano addirittura stonate.
Non si chiama sintonica a vanvera.
La sintonia che irradia all'abbandonarsi a lei infatti dev'essere sorta dentro chi la segue in anticipo rispetto al suo show per poter essere gustata in pieno.
E codesto fatto non dipende minimamente dalle sue virtù gemellini miei.
No no no.
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