Scritto da © sid liscious - Gio, 22/08/2013 - 07:35
Ed uno dice «e c'era un pesce attaccato al muro».
Prima reazione.
Fa niente.
Seconda reazione.
Come fa niente?
Terza reazione.
Spero non vivo al chiodo.
Quarta reazione.
Non mi ricordo in che contesto.
Quinta reazione.
Ah vero!
Al circolo del tennis.
Sesta reazione.
Probabile Palla dunque.
Settima reazione.
Sì giallo fosforescente a righette un pochino più pallide.
Ottava reazione.
Su sfondo?
Nona reazione.
Giallo limone!
Decima reazione.
No perché cerco d'immaginarmi la scena.
Un pesce attaccato al muro è troppo generico per me.
Devo approfondire.
Undicesima reazione.
In quadro manifesto o riproduzione di plastica?
Ed al contrario secco o fresco?
E su vite o gancio?
Dodicesima reazione.
Non è poi così strano.
Ce n'era uno pure a Cartagena in Spagna al bar Don Juan.
Lo ricordo benissimo su mensola con tappi.
Un pesce spada impagliato.
Tredicesima reazione.
Uhm! la vicenda si fa seria.
Un luogo malfamato associato ad un raffinato club privato da un pesce impagliato.
C'è del marcio e perfino in rima.
Quattordicesima reazione.
Che se per caso è uno spada anche al tennis la prova definitiva.
Quindicesima reazione.
Al bar Don Juan sono carini.
Ti vendono a prezzi interessanti piccole o grandi quantità.
Chi fra i frequentatori del tennis club ha comparato anche il pesce oltre al fumo?
Sedicesima reazione.
Escludendo ovviamente il parlante che di sicuro non poteva risultarne sorpreso... normale... il custode.
Certamente figlio d'una coppia d'ex genitori dei fiori e pertanto poco studiato... considerato accettò una mansione si umile.
E quindi soggetto sensibilissimo ad alcune tipologie di commercio import export.
Diciassettesima reazione.
Altri sospetti?
Oh semplice chiunque.
Bensì il naso mi dice vai sul sicuro con i primi tentativi di scoprire l'arcano.
Diciottesima reazione.
Ecco casa sua.
Suono.
Aprite polizia!
Diciannovesima reazione.
Grazie capitano.
Come sono arrivato ai sette chili?
Studio e senso della professione ed informazione ed esperienza capitano.
Ventesima reazione.
È strano.
Sono un grandissimo poliziotto solo in quanto effettivamente non lo sono.
Chissà che grandissimo sarei se fossi un poliziotto.
P. s. reazione.
Ed uno dice «e c'era un pesce attaccato al muro».
Ok ho fatto un piccolo esempio qui sopra.
Una cosa come di presentazione per cominciare a conoscere il tipo che sono.
E comunque prima nella ventesima reazione m'andava di menarla e scherzare.
Faccio il poliziotto veramente.
Da vent'anni e più e sono rimasto basso di grado apposta.
Ho infatti rifiutato tutte le proposte di promozione che causa i miei successi di detective mi furono recapitate.
Il fatto è semplice.
Io ho capito tanto di me e sebbene ancora non mi fido ciecamente va di lusso.
Ho capito che il primo muro dove poggio gli occhi è fondamentale almeno quanto la prima parete che mi colpisce altri sensi.
Mi spiego.
Il mio lavoro funziona così.
Io sono tranquillo al parco con le colombe e squilla il telefonino.
«Un omicidio vieni».
E passa uno in bicicletta e dice al collega ciclista "ho fatto il muro della camera dei bambini color Pimpa" e praticamente il caso è risolto che la Pimpa ama animare i soggetti e gli oggetti che la circondano e dunque il principale animatore del contesto ne sa qualcosa.
Ed alzo lo sguardo e vedo il cartellone pubblicitario sul muro ed è stata la bionda della situazione evidentemente resa folle dall'enorme quantità di birra assunta attraverso quello sproporzionato e traboccante bicchiere che tiene in mano e sul muro vedo la Porche ed è stato chi l'aveva affittata per la rapina a nome proprio d'un terzo.
Che il terzo fu costretto a bruciarlo e vedo il panettone ed è stato quello pieno di brufoli fra i cinquecento babbi Natale in costume presenti sulla scena del delitto e convocati in questura.
Una volta vidi un cammello vero spuntare con la testa da una finestrella sul muro.
La sua lingua gocciolante penzoloni dalla bocca era uguale a quella d'un deviato in delirio.
Ma la moglie di famiglia era stata assassinata e non c'era nessun deviato evidente fra i sospettabili.
Fu difficile.
Il figlio fumava gli spinelli.
Niente di strano li fumo pure io.
I filtri di codesti spinelli però presentavano delle anomalie.
Nel cestino li recuperavo usati arrotolati e gettati ridispiegati.
Al figlio non interessava nulla l'effetto degli spinelli.
Lui guardava al microscopio i depositi della combustione maria tabacco sul cartoncino del filtro ed eccitatissimo ne ricavava chissà che letture.
Potete crederci perdeva la testa nel mentre interpretava i segni caramellati di catrame secco e si masturbava perfino e gli veniva la pelle d'oca e le pupille dilatavano enormemente.
Credo alla fine per lui fosse diventato tipo leggere un tossico bellissimo romanzo a puntate... bensì purtroppo la puntata seguente era sempre nel prossimo filtro e la sua mamma ne buttò via due prima che arrivasse la polizia secondo lei.
Prima d'aver potuto leggerli secondo lui.
Ecco avete capito.
Io sul muro non ci piango.
Anzi.
E non è tutto per dirla tutta.
A volte funziono perfino preventivo.
Cioè pardon funziona il muro preventivo.
Collegamenti ancora più difficili però.
Una mattina sul presto mangiavo cosce di rana bollite ed insalata cetriolo pomodoro abbondante mostarda al chiosco malese ed un negoziante cinese sul muro esterno del suo esercizio espose delle spazzole per scarpe.
Peli neri neri fitti fitti rasati perfettamente uguali a formare una superficie morbida ed accattivante e desiderata assai dalla mia paffuta guancia destra.
Un flash.
Mollai tutto e corsi trafelato ed agitatissimo al ponte alto.
La Rosina stava scalando le transenne.
Avrò avuto sedici anni ma me la ricordavo ancora quella della Rosina sulla guancia.
Un bel triangolo di quelli oramai estinti causa novella estetica bislacca che fioriva soffice soffice tra cosce non certo di rana.
Non meritava una fine prematura.
E la salvai ed in seguito poggiai nuovamente la guancia destra ed in un impeto di mammismo esasperato anche la sinistra non... non senza una profonda costernazione comunque.
Il marito durante un moto erotico l'aveva depilata e lei non sopportandosela nuda aveva deciso l'atto estremo.
Preventivamente tentando un rimedio con il costernante lucido testa di moro chiaramente.
Che non è una di facili decisioni la Rosina.
Eh sì non c'è niente di facile nella vita.
In un altro caso credo impiegai sei anni per trovare il collegamento azzeccato.
«Un muro bianco sporco leggermente ombreggiato qua e là e tu un'irregolare linda macchia bianca su di lui» disse uno poeticamente in treno all'amica ed era appena arrivato un messaggio sul display.
Omicidio servito in cottage stavolta.
Ci abitavano in sette oltre al morto.
Tutti colorito bianco sporco.
Tutti dal profilo ombreggiato da qualche magagna giudiziaria.
Tutti con un alibi.
Persi la testa a cercarli il muro e la macchia in quella casa.
In quale stanza precisa s'erano svolti i fatti mi sembrava importante.
E niente e niente e niente.
Appunto un muro bianco.
Che cavolo di dritta poteva contenere quel messaggio?
Non ne venivo a capo e non mi venivano nemmeno tante ipotesi a dirla tutta.
Sapevo collegando il muro le ombre e la macchia avrei avuto il colpevole ma il vuoto s'era impadronito di me.
E fu una pallottola bum bum di quaranta quattro millimetri arrivata tempo addietro sul fianco del mio collega a schiarirmi le idee in sauna.
Erano una schiena il muro ed una cicatrice la macchia bianchissima.
Finalmente!
Feci fotografare di nascosto i sospetti ed individuai il colpevole in un baleno.
Una ritorta non profonda coltellata giusto sotto le costole che prima erano le colpevoli delle ombre assieme alla spina dorsale.
Il suo alibi sottoposto ad altre verifiche non resse neanche un minuto.
Prese l'ergastolo.
Fossi al suo posto vedrei ogni volta le solite robe guardando il muro.
Niente buon segno.
Abbiamo a che fare con un assassino seriale se rompe il telefono.
E via vivendo.
«L'informatore è stato precisissimo.
La Queen Sea scaricherà duemila chili di cocaina purissima».
Un'acca rossa disegnata sul muro nero del retro bottega senegalese stampata nel primo sguardo.
Diecimila container sulla nave e tutti della stessa ditta.
La Heny.
E tutti neri con un'acca rossa disegnata.
Un rebus.
Ed io che pensavo cerco quello con l'acca e sono a posto.
Subito una perizia calligrafica all'acca sul muro.
Interessante interessante.
L'ha disegnata un mancino.
Nella grande piattaforma rettangolare di carico da uno sopra all'altro con le gru faccio rimuovere diversi container.
L'intento è di lasciare solamente quelli che insieme formino un'acca perfetta.
Eccola ottenuta.
Ora a noi interessa il lato sinistro naturalmente e concentreremo di per cui su di lui le ricerche.
Su che piano potrà essere quello farcito?
Ritorno alla acca sul muro.
In un determinato punto verso il basso noto il rosso ha un sussulto d'orgoglio e per pochi millimetri si fa più concentrato e viene meglio all'occhio.
Però non in primissimo primissimo piano.
Diremo in nono piano su dodici?
Meraviglia.
Adesso misuriamo l'altezza del lato dell'acca sul muro e quanto è lungo il lato del piano di carico e rapportandoli fra loro tenendo conto della posizione dell'orgoglio rosso otterremo... in basso a sinistra nell'acca formata dai container... l'esatta locazione della fila ove si mimetizza il farcito.
Quello al nono piano m'aspettava incredulo scegliessi giusto lui.
E gli spacciatori aspettarono a lungo i duemila chili.
Ed in cella ovviamente.
Chissà che spreco di crimini impuniti l'aver voluto abbattere il muro di Berlino.
Meno male gli israeliti si sono offerti di costruirne immediatamente un altro.
Abbattere i muri è uno slogan.
Accettare ed interpretare fantasiosamente i muri l'unica via di fuga.
Uno di mattoni ne aveva due di rotti a destra sulla base.
E lo zoppo finì dentro.
Uno con le mattonelle non aveva le righe parallele.
Ed il tremebondo giovane tirocinante del geometra aveva colpito per invidia.
Uno aveva un ragno.
Feci controllare i vestiti dei protagonisti.
Il maggiordomo aveva buttato nell'umido un gilet pieno di ragnatele e sangue della vittima.
Uno estemporaneo di mare m'investì in ferie sullo scoglio.
Tre mesi d'ospedale e fratture miste tale la frittura del costaricano.
Dispiace ma non si possono leggere direttamente le comunicazioni che annunciano il tuo suicidio.
Uno reggeva l'epigrafe di Bepi il mio cugino svizzero.
Sapete gli svizzeri usano vendere dei buchi senza peso assieme al formaggio però il peso di due buchi sul cuore... non di formaggio... del commissario m'indusse ad una connessione.
La ditta Apollo s'incaricherà delle esequie c'era inoltre scritto dal cugino Bepi.
In codesta storia uno che ama follemente o odia matto il formaggio è presente conclusi.
Sbagliavo.
Il commissario contrabbandava soldi in bucolandia per conto del consorzio del latte... invece diceva a chiare lettere quel la ditta Apollo s'incaricherà delle esequie.
Mentre i buchi erano per quando i soldi non sono arrivati a destinazione e per coloro che credono di non pagare il loro peso sul formaggio svizzero.
Firmato il direttore generale.
L'odio ancora.
Il protagonista dell'ultimo decesso indotto che m'è capitato ripeto l'odio ancora.
Ero al museo del cinema allorché piombò l'esse emme esse.
Giuro gli occhi dallo schermo passarono meccanicamente al pavimento.
Per l'occasione specifica non volevo guardare muri.
Poi li chiusi e mi misi a rigirare su me stesso.
A rigirare rigirare rigirare fino a perdere le coordinate della sala.
In seguito mi fermai e li aprii.
Ero di fronte al manifesto originale dell'immortale film Il tempo delle mele.
Unico al mondo capace d'eccitarsi da basso nel frangente.
L'individuo doveva essere stato colpito mortalmente da chi sapeva amare veramente ed in maniera spassionata e totale.
Nessuna ipotesi alternativa.
I muri non mentono.
Uno fa tanto intimo e protettivo.
Due già fanno un certo effetto.
Tre o quattro magari alti e tutto intorno fanno orrore.
Chi sapeva amare a tal punto?
Chi voleva convincere un individuo a tornare sui suoi passi ed essere nuovamente l'amante della sua compagna magari... magari se possibile aumentando le dosi dei rapporti vari?
Ch'era un minimo ninfomane e non le bastavano mai?
Chi?
Chi era capace d'un amore talmente dedicato e raffinato da dover sentirsi moralmente costretto al sopprimere colui che la fece soffrire e disperare e rinunciare e digiunare sessualmente?
Chi?
Chi era nella possibilità d'interpretare passionalmente le persone nelle loro gesta umane?
Chi?
Chi se non uno che per vivere s'è sempre aggrappato ai muri?
Chi?
Andai dal capitano e resi piena confessione.
Per me era troppo evidente.
Rifiutavo l'idea l'intero genere umano non collegasse le mie migliori due opzioni.
Non credette ad una sola mia parola.
Preferì una sua impressione.
Ero da tempo in tiro e stavo cominciando a cedere indi bisognoso di riposo.
Al contrario arrestarono lei e si beccò trent'anni.
Il muro che vale per tutti i reati è comprendere l'amore assoluto riflettei e lasciai quel lavoro.
E diventai investigatore privato esperto in tradimenti matrimoniali aspettandola.
Una sola idea fissa inizialmente timida e dopo via via maturata potente in testa.
Senza muri si vive senz'altro meglio.
Prima reazione.
Fa niente.
Seconda reazione.
Come fa niente?
Terza reazione.
Spero non vivo al chiodo.
Quarta reazione.
Non mi ricordo in che contesto.
Quinta reazione.
Ah vero!
Al circolo del tennis.
Sesta reazione.
Probabile Palla dunque.
Settima reazione.
Sì giallo fosforescente a righette un pochino più pallide.
Ottava reazione.
Su sfondo?
Nona reazione.
Giallo limone!
Decima reazione.
No perché cerco d'immaginarmi la scena.
Un pesce attaccato al muro è troppo generico per me.
Devo approfondire.
Undicesima reazione.
In quadro manifesto o riproduzione di plastica?
Ed al contrario secco o fresco?
E su vite o gancio?
Dodicesima reazione.
Non è poi così strano.
Ce n'era uno pure a Cartagena in Spagna al bar Don Juan.
Lo ricordo benissimo su mensola con tappi.
Un pesce spada impagliato.
Tredicesima reazione.
Uhm! la vicenda si fa seria.
Un luogo malfamato associato ad un raffinato club privato da un pesce impagliato.
C'è del marcio e perfino in rima.
Quattordicesima reazione.
Che se per caso è uno spada anche al tennis la prova definitiva.
Quindicesima reazione.
Al bar Don Juan sono carini.
Ti vendono a prezzi interessanti piccole o grandi quantità.
Chi fra i frequentatori del tennis club ha comparato anche il pesce oltre al fumo?
Sedicesima reazione.
Escludendo ovviamente il parlante che di sicuro non poteva risultarne sorpreso... normale... il custode.
Certamente figlio d'una coppia d'ex genitori dei fiori e pertanto poco studiato... considerato accettò una mansione si umile.
E quindi soggetto sensibilissimo ad alcune tipologie di commercio import export.
Diciassettesima reazione.
Altri sospetti?
Oh semplice chiunque.
Bensì il naso mi dice vai sul sicuro con i primi tentativi di scoprire l'arcano.
Diciottesima reazione.
Ecco casa sua.
Suono.
Aprite polizia!
Diciannovesima reazione.
Grazie capitano.
Come sono arrivato ai sette chili?
Studio e senso della professione ed informazione ed esperienza capitano.
Ventesima reazione.
È strano.
Sono un grandissimo poliziotto solo in quanto effettivamente non lo sono.
Chissà che grandissimo sarei se fossi un poliziotto.
P. s. reazione.
Ed uno dice «e c'era un pesce attaccato al muro».
Ok ho fatto un piccolo esempio qui sopra.
Una cosa come di presentazione per cominciare a conoscere il tipo che sono.
E comunque prima nella ventesima reazione m'andava di menarla e scherzare.
Faccio il poliziotto veramente.
Da vent'anni e più e sono rimasto basso di grado apposta.
Ho infatti rifiutato tutte le proposte di promozione che causa i miei successi di detective mi furono recapitate.
Il fatto è semplice.
Io ho capito tanto di me e sebbene ancora non mi fido ciecamente va di lusso.
Ho capito che il primo muro dove poggio gli occhi è fondamentale almeno quanto la prima parete che mi colpisce altri sensi.
Mi spiego.
Il mio lavoro funziona così.
Io sono tranquillo al parco con le colombe e squilla il telefonino.
«Un omicidio vieni».
E passa uno in bicicletta e dice al collega ciclista "ho fatto il muro della camera dei bambini color Pimpa" e praticamente il caso è risolto che la Pimpa ama animare i soggetti e gli oggetti che la circondano e dunque il principale animatore del contesto ne sa qualcosa.
Ed alzo lo sguardo e vedo il cartellone pubblicitario sul muro ed è stata la bionda della situazione evidentemente resa folle dall'enorme quantità di birra assunta attraverso quello sproporzionato e traboccante bicchiere che tiene in mano e sul muro vedo la Porche ed è stato chi l'aveva affittata per la rapina a nome proprio d'un terzo.
Che il terzo fu costretto a bruciarlo e vedo il panettone ed è stato quello pieno di brufoli fra i cinquecento babbi Natale in costume presenti sulla scena del delitto e convocati in questura.
Una volta vidi un cammello vero spuntare con la testa da una finestrella sul muro.
La sua lingua gocciolante penzoloni dalla bocca era uguale a quella d'un deviato in delirio.
Ma la moglie di famiglia era stata assassinata e non c'era nessun deviato evidente fra i sospettabili.
Fu difficile.
Il figlio fumava gli spinelli.
Niente di strano li fumo pure io.
I filtri di codesti spinelli però presentavano delle anomalie.
Nel cestino li recuperavo usati arrotolati e gettati ridispiegati.
Al figlio non interessava nulla l'effetto degli spinelli.
Lui guardava al microscopio i depositi della combustione maria tabacco sul cartoncino del filtro ed eccitatissimo ne ricavava chissà che letture.
Potete crederci perdeva la testa nel mentre interpretava i segni caramellati di catrame secco e si masturbava perfino e gli veniva la pelle d'oca e le pupille dilatavano enormemente.
Credo alla fine per lui fosse diventato tipo leggere un tossico bellissimo romanzo a puntate... bensì purtroppo la puntata seguente era sempre nel prossimo filtro e la sua mamma ne buttò via due prima che arrivasse la polizia secondo lei.
Prima d'aver potuto leggerli secondo lui.
Ecco avete capito.
Io sul muro non ci piango.
Anzi.
E non è tutto per dirla tutta.
A volte funziono perfino preventivo.
Cioè pardon funziona il muro preventivo.
Collegamenti ancora più difficili però.
Una mattina sul presto mangiavo cosce di rana bollite ed insalata cetriolo pomodoro abbondante mostarda al chiosco malese ed un negoziante cinese sul muro esterno del suo esercizio espose delle spazzole per scarpe.
Peli neri neri fitti fitti rasati perfettamente uguali a formare una superficie morbida ed accattivante e desiderata assai dalla mia paffuta guancia destra.
Un flash.
Mollai tutto e corsi trafelato ed agitatissimo al ponte alto.
La Rosina stava scalando le transenne.
Avrò avuto sedici anni ma me la ricordavo ancora quella della Rosina sulla guancia.
Un bel triangolo di quelli oramai estinti causa novella estetica bislacca che fioriva soffice soffice tra cosce non certo di rana.
Non meritava una fine prematura.
E la salvai ed in seguito poggiai nuovamente la guancia destra ed in un impeto di mammismo esasperato anche la sinistra non... non senza una profonda costernazione comunque.
Il marito durante un moto erotico l'aveva depilata e lei non sopportandosela nuda aveva deciso l'atto estremo.
Preventivamente tentando un rimedio con il costernante lucido testa di moro chiaramente.
Che non è una di facili decisioni la Rosina.
Eh sì non c'è niente di facile nella vita.
In un altro caso credo impiegai sei anni per trovare il collegamento azzeccato.
«Un muro bianco sporco leggermente ombreggiato qua e là e tu un'irregolare linda macchia bianca su di lui» disse uno poeticamente in treno all'amica ed era appena arrivato un messaggio sul display.
Omicidio servito in cottage stavolta.
Ci abitavano in sette oltre al morto.
Tutti colorito bianco sporco.
Tutti dal profilo ombreggiato da qualche magagna giudiziaria.
Tutti con un alibi.
Persi la testa a cercarli il muro e la macchia in quella casa.
In quale stanza precisa s'erano svolti i fatti mi sembrava importante.
E niente e niente e niente.
Appunto un muro bianco.
Che cavolo di dritta poteva contenere quel messaggio?
Non ne venivo a capo e non mi venivano nemmeno tante ipotesi a dirla tutta.
Sapevo collegando il muro le ombre e la macchia avrei avuto il colpevole ma il vuoto s'era impadronito di me.
E fu una pallottola bum bum di quaranta quattro millimetri arrivata tempo addietro sul fianco del mio collega a schiarirmi le idee in sauna.
Erano una schiena il muro ed una cicatrice la macchia bianchissima.
Finalmente!
Feci fotografare di nascosto i sospetti ed individuai il colpevole in un baleno.
Una ritorta non profonda coltellata giusto sotto le costole che prima erano le colpevoli delle ombre assieme alla spina dorsale.
Il suo alibi sottoposto ad altre verifiche non resse neanche un minuto.
Prese l'ergastolo.
Fossi al suo posto vedrei ogni volta le solite robe guardando il muro.
Niente buon segno.
Abbiamo a che fare con un assassino seriale se rompe il telefono.
E via vivendo.
«L'informatore è stato precisissimo.
La Queen Sea scaricherà duemila chili di cocaina purissima».
Un'acca rossa disegnata sul muro nero del retro bottega senegalese stampata nel primo sguardo.
Diecimila container sulla nave e tutti della stessa ditta.
La Heny.
E tutti neri con un'acca rossa disegnata.
Un rebus.
Ed io che pensavo cerco quello con l'acca e sono a posto.
Subito una perizia calligrafica all'acca sul muro.
Interessante interessante.
L'ha disegnata un mancino.
Nella grande piattaforma rettangolare di carico da uno sopra all'altro con le gru faccio rimuovere diversi container.
L'intento è di lasciare solamente quelli che insieme formino un'acca perfetta.
Eccola ottenuta.
Ora a noi interessa il lato sinistro naturalmente e concentreremo di per cui su di lui le ricerche.
Su che piano potrà essere quello farcito?
Ritorno alla acca sul muro.
In un determinato punto verso il basso noto il rosso ha un sussulto d'orgoglio e per pochi millimetri si fa più concentrato e viene meglio all'occhio.
Però non in primissimo primissimo piano.
Diremo in nono piano su dodici?
Meraviglia.
Adesso misuriamo l'altezza del lato dell'acca sul muro e quanto è lungo il lato del piano di carico e rapportandoli fra loro tenendo conto della posizione dell'orgoglio rosso otterremo... in basso a sinistra nell'acca formata dai container... l'esatta locazione della fila ove si mimetizza il farcito.
Quello al nono piano m'aspettava incredulo scegliessi giusto lui.
E gli spacciatori aspettarono a lungo i duemila chili.
Ed in cella ovviamente.
Chissà che spreco di crimini impuniti l'aver voluto abbattere il muro di Berlino.
Meno male gli israeliti si sono offerti di costruirne immediatamente un altro.
Abbattere i muri è uno slogan.
Accettare ed interpretare fantasiosamente i muri l'unica via di fuga.
Uno di mattoni ne aveva due di rotti a destra sulla base.
E lo zoppo finì dentro.
Uno con le mattonelle non aveva le righe parallele.
Ed il tremebondo giovane tirocinante del geometra aveva colpito per invidia.
Uno aveva un ragno.
Feci controllare i vestiti dei protagonisti.
Il maggiordomo aveva buttato nell'umido un gilet pieno di ragnatele e sangue della vittima.
Uno estemporaneo di mare m'investì in ferie sullo scoglio.
Tre mesi d'ospedale e fratture miste tale la frittura del costaricano.
Dispiace ma non si possono leggere direttamente le comunicazioni che annunciano il tuo suicidio.
Uno reggeva l'epigrafe di Bepi il mio cugino svizzero.
Sapete gli svizzeri usano vendere dei buchi senza peso assieme al formaggio però il peso di due buchi sul cuore... non di formaggio... del commissario m'indusse ad una connessione.
La ditta Apollo s'incaricherà delle esequie c'era inoltre scritto dal cugino Bepi.
In codesta storia uno che ama follemente o odia matto il formaggio è presente conclusi.
Sbagliavo.
Il commissario contrabbandava soldi in bucolandia per conto del consorzio del latte... invece diceva a chiare lettere quel la ditta Apollo s'incaricherà delle esequie.
Mentre i buchi erano per quando i soldi non sono arrivati a destinazione e per coloro che credono di non pagare il loro peso sul formaggio svizzero.
Firmato il direttore generale.
L'odio ancora.
Il protagonista dell'ultimo decesso indotto che m'è capitato ripeto l'odio ancora.
Ero al museo del cinema allorché piombò l'esse emme esse.
Giuro gli occhi dallo schermo passarono meccanicamente al pavimento.
Per l'occasione specifica non volevo guardare muri.
Poi li chiusi e mi misi a rigirare su me stesso.
A rigirare rigirare rigirare fino a perdere le coordinate della sala.
In seguito mi fermai e li aprii.
Ero di fronte al manifesto originale dell'immortale film Il tempo delle mele.
Unico al mondo capace d'eccitarsi da basso nel frangente.
L'individuo doveva essere stato colpito mortalmente da chi sapeva amare veramente ed in maniera spassionata e totale.
Nessuna ipotesi alternativa.
I muri non mentono.
Uno fa tanto intimo e protettivo.
Due già fanno un certo effetto.
Tre o quattro magari alti e tutto intorno fanno orrore.
Chi sapeva amare a tal punto?
Chi voleva convincere un individuo a tornare sui suoi passi ed essere nuovamente l'amante della sua compagna magari... magari se possibile aumentando le dosi dei rapporti vari?
Ch'era un minimo ninfomane e non le bastavano mai?
Chi?
Chi era capace d'un amore talmente dedicato e raffinato da dover sentirsi moralmente costretto al sopprimere colui che la fece soffrire e disperare e rinunciare e digiunare sessualmente?
Chi?
Chi era nella possibilità d'interpretare passionalmente le persone nelle loro gesta umane?
Chi?
Chi se non uno che per vivere s'è sempre aggrappato ai muri?
Chi?
Andai dal capitano e resi piena confessione.
Per me era troppo evidente.
Rifiutavo l'idea l'intero genere umano non collegasse le mie migliori due opzioni.
Non credette ad una sola mia parola.
Preferì una sua impressione.
Ero da tempo in tiro e stavo cominciando a cedere indi bisognoso di riposo.
Al contrario arrestarono lei e si beccò trent'anni.
Il muro che vale per tutti i reati è comprendere l'amore assoluto riflettei e lasciai quel lavoro.
E diventai investigatore privato esperto in tradimenti matrimoniali aspettandola.
Una sola idea fissa inizialmente timida e dopo via via maturata potente in testa.
Senza muri si vive senz'altro meglio.
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