Scritto da © Pinotota - Sab, 22/10/2011 - 17:17
SPES ULTIMA DEA
La speranza è l'ultima dea. Dante ne dà una definizione alla luce della teologia cristiana,
in vista del premio ultraterreno:
“Spene” d'iss'io “è uno attender certo
de la gloria futura, il qual produce
grazia divina e precedente merito”
PAR.XXV, 67-69
Scendendo dalla metafisica alle angustie della quotidianità, speranza è aspettarsi un
avanzamento di carriera, credere che quel dolorino non sia niente di grave, desiderare
che la squadra del cuore vinca il derby. Si spera fino all'ultimo momento. Anche il
condannato a morte, mentre sale sulla forca, spera che arrivi la grazia. O che magari
si spezzi la corda, fatto ritenuto anticamente un diretto intervento del cielo a favore
del reo, che in tal modo aveva salva la vita. Mai disperarsi dunque, perchè la disperazione
anticipa la morte. Nei Saggi (I, 21) Montaigne racconta d'un tale che stavano sbendando
per leggergli il decreto di grazia e lo trovarono morto stecchito. L'infarto aveva preceduto
il carnefice.
La speranza è l'ultima dea. Dante ne dà una definizione alla luce della teologia cristiana,
in vista del premio ultraterreno:
“Spene” d'iss'io “è uno attender certo
de la gloria futura, il qual produce
grazia divina e precedente merito”
PAR.XXV, 67-69
Scendendo dalla metafisica alle angustie della quotidianità, speranza è aspettarsi un
avanzamento di carriera, credere che quel dolorino non sia niente di grave, desiderare
che la squadra del cuore vinca il derby. Si spera fino all'ultimo momento. Anche il
condannato a morte, mentre sale sulla forca, spera che arrivi la grazia. O che magari
si spezzi la corda, fatto ritenuto anticamente un diretto intervento del cielo a favore
del reo, che in tal modo aveva salva la vita. Mai disperarsi dunque, perchè la disperazione
anticipa la morte. Nei Saggi (I, 21) Montaigne racconta d'un tale che stavano sbendando
per leggergli il decreto di grazia e lo trovarono morto stecchito. L'infarto aveva preceduto
il carnefice.
SPONSOR
Garante, mallevadore, padrino. Creduta erroneamente inglese, questa parola viene dal
latino, via Londra. Appartiene alla stessa famiglia del verbo “spondère” promettere,
dare garanzia, obbligarsi. Da spondère derivano spònsus, promesso sposo, e spònsa,
promessa sposa. Nella VITA di Giulio Cesare (18) Svetonio scrive che avendo ottenuto
il governo della Spagna Ulteriore, il generale “retinèntes creditòres intervèntu
sponsòrum remòvit” con l'intervento di garanti si liberò dei creditori che gli impedivano
di partire. Sponsorizzato da amici facoltosi, Cesare si lanciò quindi alla conquista di Roma;
sponsorizzate dalle industrie scritte sulle maglie, le squadre di calcio si lanciano alla
conquista dello scudetto.
Garante, mallevadore, padrino. Creduta erroneamente inglese, questa parola viene dal
latino, via Londra. Appartiene alla stessa famiglia del verbo “spondère” promettere,
dare garanzia, obbligarsi. Da spondère derivano spònsus, promesso sposo, e spònsa,
promessa sposa. Nella VITA di Giulio Cesare (18) Svetonio scrive che avendo ottenuto
il governo della Spagna Ulteriore, il generale “retinèntes creditòres intervèntu
sponsòrum remòvit” con l'intervento di garanti si liberò dei creditori che gli impedivano
di partire. Sponsorizzato da amici facoltosi, Cesare si lanciò quindi alla conquista di Roma;
sponsorizzate dalle industrie scritte sulle maglie, le squadre di calcio si lanciano alla
conquista dello scudetto.
SPQR
“Senatus PopulusQue Romanus”, il senato e il popolo romano. Scolpita sui monumenti
e iscritta sui labari, questa sigla contiene il binomio che legittimava i decreti dell'antica
Roma. Il senato era un'assemblea di uomini segnalati per età (senàtus da sènex, vecchio)
esperienza ed equilibrio, scelti (nei primi secoli) esclusivamente fra il patriziato.
Sede delle riunioni la Curia, sul colle Palatino.
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