Scritto da © Pinotota - Sab, 15/10/2011 - 08:04
SEMEL IN ANNO LICET INSANIRE
E' lecito, una volta all'anno, fare follie. Allusione alle mascherate e alle baldorie del carnevale che, a Milano, per antica concessione del vescovo Ambrogio, dura quattro giorni di più, e a Venezia,per astuto calcolo della Serenissima, durava praticamente da ottobre a maggio, alla faccia del "semel in anno". Anche il carnevale "instrumèntum règni?" In un certo senso sì. La maschera svolge una funzione livellatrice e liberatoria, eliminando col suo schermo posticcio le differenze sociali e mescolando, nella tumultuosa allegria, il ricco e il povero, il potente e l'umile,in una giocosa perdita d'identità. La maschera, autorizzando sfoghi altrimenti vietati, nel coprire il volto fisico svela quello psichico. L'anima non è mai tanto nuda come quando il corpo si mette in maschera: strumento di evasione e di trasgressione che denuncia i nostri reconditi e talora inconfessabili pensieri, sentimenti, desideri. Si dice giustamente che il carnevale impazza: come in tutte le follie, in esse esplodono sopite verità.
E' lecito, una volta all'anno, fare follie. Allusione alle mascherate e alle baldorie del carnevale che, a Milano, per antica concessione del vescovo Ambrogio, dura quattro giorni di più, e a Venezia,per astuto calcolo della Serenissima, durava praticamente da ottobre a maggio, alla faccia del "semel in anno". Anche il carnevale "instrumèntum règni?" In un certo senso sì. La maschera svolge una funzione livellatrice e liberatoria, eliminando col suo schermo posticcio le differenze sociali e mescolando, nella tumultuosa allegria, il ricco e il povero, il potente e l'umile,in una giocosa perdita d'identità. La maschera, autorizzando sfoghi altrimenti vietati, nel coprire il volto fisico svela quello psichico. L'anima non è mai tanto nuda come quando il corpo si mette in maschera: strumento di evasione e di trasgressione che denuncia i nostri reconditi e talora inconfessabili pensieri, sentimenti, desideri. Si dice giustamente che il carnevale impazza: come in tutte le follie, in esse esplodono sopite verità.
SINE CURA
Senza cura (d'anima) Beneficio ecclesiastico concesso senza alcun obbligo, per il beneficiario, di svolgere attività pastorale. . La cura d'anime ( donde: curato) comporta, secondo il codice canonico, la predicazione, la celebrazione dei sacri uffici, l'amministrazione dei sacramenti, l'assistenza ai poveri, agli ammalati, la correzione degli erranti affinché si convertano. Prima del concilio tridentino molti benefici venivano concessi a ecclesiastici che non facevano nulla di tutto questo; c'erano addirittura vescovi titolari di diocesi in cui non misero mai piede. Analogamente oggi diciamo "sine cura" unificato in "sinecura" un ufficio di poca responsabilità o pochissimo impegno, o uno di quegli incarichi pubblici cui non corrisponde alcuna prestazione, tranne quella di andare, una volta al mese, a riscuotere un consistente assegno.
Senza cura (d'anima) Beneficio ecclesiastico concesso senza alcun obbligo, per il beneficiario, di svolgere attività pastorale. . La cura d'anime ( donde: curato) comporta, secondo il codice canonico, la predicazione, la celebrazione dei sacri uffici, l'amministrazione dei sacramenti, l'assistenza ai poveri, agli ammalati, la correzione degli erranti affinché si convertano. Prima del concilio tridentino molti benefici venivano concessi a ecclesiastici che non facevano nulla di tutto questo; c'erano addirittura vescovi titolari di diocesi in cui non misero mai piede. Analogamente oggi diciamo "sine cura" unificato in "sinecura" un ufficio di poca responsabilità o pochissimo impegno, o uno di quegli incarichi pubblici cui non corrisponde alcuna prestazione, tranne quella di andare, una volta al mese, a riscuotere un consistente assegno.
SINE DIE
Senza il giorno (fissato), senza scadenza. Rinviare una seduta sine die: non stabilre il giorno della successiva convocazione. Rinviare sine die la soluzione di un problema: rimandare a tempo indeterminato. Talvolta sine die sottintende "alle calende greche"
Senza il giorno (fissato), senza scadenza. Rinviare una seduta sine die: non stabilre il giorno della successiva convocazione. Rinviare sine die la soluzione di un problema: rimandare a tempo indeterminato. Talvolta sine die sottintende "alle calende greche"
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