Scritto da © shadow58am - Lun, 04/01/2016 - 12:06
Tutte le volte che lei mi fa incazzare scendo nei vicoli umidi
Viaggio rasente il muro /mani in tasca e sigaretta che cade dalle labbra/
poi mi infilo in uno dei tanti bar di una volta
L’altra sera sono finito a prendermi una Strega al banco
Dopo il primo sorso mi sono quietato e ho preso contatto
con le presenze e quel garbato vociare che mi raggiungeva
C’era un tipo che raccontava di boschi funghi e volpi
aveva la barba lunga e bianca, un suono caldo la sua parola
Diceva che la volpe l’aveva ricondotto a casa in quel giorno di nebbia
che non si vedeva fra una pianta e l’altra, fra il certo e il dirupo
Descriveva così bene la volpe e il suo fermarsi girando il capo
/come se mi dicesse seguimi che so dove stai di casa/
che mi è parso di vederla accucciata al suo fianco
“Ho aperto la porta di casa e l’ho invitata ad entrare e
/lo so che da oggi mi darete del matto/
mi ha raccontato che ognuno deve stare al suo posto
e di non dimenticarsi di lasciare una mela
che non è facile uscire dall’inverno del bosco”
Ha tirato una bestemmia /ma di sostegno/ e poi
“Parlava, giuro che l’ho sentita parlare”
Poi sono finito al Circolo, aria pomposa e silenzio ovattato
C’era uno che leggeva /in un rimbombo innaturale/
le sue cose /perché a memoria non le sapeva/
tronfio e ridondante al momento dell’applauso scontato
“Andate al circolo dei cacciatori o dell’ANPI
e allora sì che sentirete storie da spellarsi le mani
Scendete nei vicoli sozzi, aprite usci a caso e varcate la soglia
non abbiate paura di sporcarvi le giacche appoggiati ai muri di muffa
riponete la sicumera dentro l’assenzio
disponetevi all’ascolto
Lì la incontrerete, non vi resta che riconoscerla
Se non lo farete sconterete la pena nei vostri applausi”
* questa non è una poesia, le poesie non si scrivono in 7 minuti. mi è capitato, raramente, di saper fare di meglio. è solo un tentativo di elogiare il posto e l’ora in cui si incontra la Signora.
Viaggio rasente il muro /mani in tasca e sigaretta che cade dalle labbra/
poi mi infilo in uno dei tanti bar di una volta
L’altra sera sono finito a prendermi una Strega al banco
Dopo il primo sorso mi sono quietato e ho preso contatto
con le presenze e quel garbato vociare che mi raggiungeva
C’era un tipo che raccontava di boschi funghi e volpi
aveva la barba lunga e bianca, un suono caldo la sua parola
Diceva che la volpe l’aveva ricondotto a casa in quel giorno di nebbia
che non si vedeva fra una pianta e l’altra, fra il certo e il dirupo
Descriveva così bene la volpe e il suo fermarsi girando il capo
/come se mi dicesse seguimi che so dove stai di casa/
che mi è parso di vederla accucciata al suo fianco
“Ho aperto la porta di casa e l’ho invitata ad entrare e
/lo so che da oggi mi darete del matto/
mi ha raccontato che ognuno deve stare al suo posto
e di non dimenticarsi di lasciare una mela
che non è facile uscire dall’inverno del bosco”
Ha tirato una bestemmia /ma di sostegno/ e poi
“Parlava, giuro che l’ho sentita parlare”
Poi sono finito al Circolo, aria pomposa e silenzio ovattato
C’era uno che leggeva /in un rimbombo innaturale/
le sue cose /perché a memoria non le sapeva/
tronfio e ridondante al momento dell’applauso scontato
“Andate al circolo dei cacciatori o dell’ANPI
e allora sì che sentirete storie da spellarsi le mani
Scendete nei vicoli sozzi, aprite usci a caso e varcate la soglia
non abbiate paura di sporcarvi le giacche appoggiati ai muri di muffa
riponete la sicumera dentro l’assenzio
disponetevi all’ascolto
Lì la incontrerete, non vi resta che riconoscerla
Se non lo farete sconterete la pena nei vostri applausi”
* questa non è una poesia, le poesie non si scrivono in 7 minuti. mi è capitato, raramente, di saper fare di meglio. è solo un tentativo di elogiare il posto e l’ora in cui si incontra la Signora.
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