Non tagliarti la gola con la lingua. (Prov. Ita) – Ordinatamente nel Caos - | Perle scelte dalla redazione | Scintilla Elis | Rosso Venexiano -Sito e blog per scrivere e pubblicare online poesie, racconti / condividere foto e grafica

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Non tagliarti la gola con la lingua. (Prov. Ita) – Ordinatamente nel Caos -

 
Pensi che io veda quello che non sei
ma gli occhi versano anche altrove
un volere violento di essere espresso
sotto ai cappelli o dietro ai merletti
 
delle donne grigie agghindate in nero
che siedono sempre nelle prime file
quando il prete tira le corde
e i dong delle campane
stordiscono l'aria del paese.
 
Quando nelle sale d'attesa, attendi
c'è sempre l'uomo con la ventiquattrore
che scuote il polso e si guarda l'orologio - non l'ora -
o le borsette in vernice rossa che passano e ripassano
e nessuno sa che cosa contengono o quante tasche nascondono.
 
I vizi e i fantasmi non lasciano l’impronta, e l'odio
è solo paura che si gonfia di spazio.
 
Persino te, che sai tutto di me
non puoi conoscere
le medaglie da soldato e le catene di fuoco
che tengo dentro il baule delle prove.
 
Chi sa dire con sicurezza
se sta vivendo
o solo cercando di disfarsi di una parte?
 
Dietro le quinte, tutti i tagli di capelli e le sottane
che mia mamma voleva farmi indossare
gli sfoghi di rabbia
sulla schiena di mio fratello
e i morsi che sprofondavano fino al muscolo
infangandomi i denti col sangue.
 
Sono marcia fino all'osso
ma se ti avvicini mi animo.
 
Mi sento crepare da dentro
quando lo sforzo mi abbatte le gambe…
 
…e cerca di pensare, adesso
di essere sull'orlo
dell'abisso
 
- cedere  -
 
e cadere sul dorso morbido di un falco.
 
Non c'è mai un posto pulito
dove far sedere l'onesto
 
Via tutti i vestiti!
 
Tremo, come sotto fulmine
mi sento lontana ma
non sono da nessuna parte
 
dormo con te, brigante o bracconiere
e prima di salutarti mi piace
lucidarti la corona che ti pesa sulla testa.
 
 
Pretese mai, ho solo dei sogni
e le ciglia s’incastrano
quando mi chiudo
 
 
 
[ Tu che mi dirigi dai fianchi e mi fai girare di spalle alla ricerca della prospettiva ideale che può farti immaginare diverso dal mio ovvio, e io, che in quella diversità, trovo l’inedito per amarti, singolarmente, nella totalità dell’insieme nuovo, che mi arriva di te]
 
 

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