le mie ideologie
poggiano pesanti
su scranni cartapestati
evolvono
a trecentosessanta gradi
fluttuano leggere
nell'inconsistenza
fanno il giro
senza passare dal via
le mie ideologie non sono salde
s'alimentano e si scuotono
feroci
mentre osservo allibito
braccia sotterrate
in pezzi frantumati
petali di dita piumati
le mie ideologie vagabondano dolenti
sbattono gli spigoli sulla mia coscienza
quando rompo i miei occhi
in stazione
su un barbone in un cartone
le mie ideologie rovistano
tra le cartacce e la mondezza
come fa tutte le mattine
quella vecchia
quella della via dove stagiono
e nessuno
io per primo
gli toglierà questo privilegio
le mie ideologie muoiono
al loro funerale piangono
con le madri
e le madri delle madri di mia madre
occhi che sprofondano
lontano
bui
nel vuoto delle incertezze
le mie ideologie scivolano
si liquefanno
nell'inesorabile caduta degli dei
nei miti che tingono le aurore raccontate
nelle disumanizzate scimmie spaziali
piccoli primate
spediti chissà dove
chissà da chi
chissà perché
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