Scritto da © Franca Figliolini - Sab, 22/01/2011 - 23:00
che ci sia uno schermo. vetro plastica
pressofusa
tra occhi neri e occhi neri.
lei siede e pensa
che c'è uno schermo. la osserva
il suo riflesso.
nient'altro che il consueto gioco di specchi
le menti senza macchia dei kami
apprende
lei apprende presto
e tutto le si trasforma in capelli o
in paura
paura di essere o di non
essere
: tutto è ugualmente spaventoso
fondo
indicibilmente immenso.
che ci sia uno schermo. l'incongruo espediente
della lontananza.
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