Scritto da © Pierre72 - Dom, 13/02/2011 - 10:47
Sempre fregati 'noi' scrittori dannati.
Curvati su tavolini traballanti in bettole di periferia, con le braccia conserte e la testa poggiata sopra. Storditi dall'alcol ad alitare su fogli insolenti, penosamente bianchi... a rimproverarci: "che c##zo scarabocchi a fare! ma trovati un lavoro. Serio."
E, con la bocca a pochi centimetri dal piano, l'odore del liquore al malto ti ritorna, disgustoso, in faccia.
"Sì... sì. Ci vuole un lavoro. Uno serio, sì. Ma dopo. Dopo. Butto prima giu' quest'altra stronzata... appena la trovo. Poi, sì. Un lavoro."
Curvati su tavolini traballanti in bettole di periferia, con le braccia conserte e la testa poggiata sopra. Storditi dall'alcol ad alitare su fogli insolenti, penosamente bianchi... a rimproverarci: "che c##zo scarabocchi a fare! ma trovati un lavoro. Serio."
E, con la bocca a pochi centimetri dal piano, l'odore del liquore al malto ti ritorna, disgustoso, in faccia.
"Sì... sì. Ci vuole un lavoro. Uno serio, sì. Ma dopo. Dopo. Butto prima giu' quest'altra stronzata... appena la trovo. Poi, sì. Un lavoro."
La mano scarna solleva tremante un pesante bicchiere di vetro. Di quelli di una volta. Con una scheggiatura sul bordo. La testa si solleva. Un pensiero balza alla mente. Un sorriso ironico si accenna su un viso disgustato. Ipocriti, figli di papà, idioti, puttane d'alto borgo, vagabondi, politici, intellettuali, snob...
Un brindisi. "Che si fottano, tutti quanti."
E giu' il sorso.
Poi al lavoro.
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