Scritto da © maria teresa morry - Sab, 17/03/2012 - 00:12
Non crediate sia un’intenditrice. Di quadri, dico. Al massimo ne capisco un po’ di vini, da buona veneta, ma non posso proprio dirmi, qualificarmi un’intenditrice di quadri. Tuttavia in casa ne ho parecchi e non certo quelle che qui chiamiamo “ croste” , ossia tele di poco conto e brutta fattura. Qualcuno è appeso, molti appoggiati al muro. Senza divagare, veniamo al punto.
Giovedì scorso camminavo per la città di buon umore. Io il buon umore l’ho spessissimo. Lo produco da me. Avevo incassato qualche soldo da un pietoso cliente che s’era ricordato di una vecchia parcella in sospeso. Pertanto come avviene sempre in questi casi, quindi da svariati anni, come incasso mi devo fare un regalino, per autogratificarmi. Per dirmi da me “ brava”, perché a me “ brava “ non lo dice nessuno. Pertanto vagavo con l’intenzione di farmi una spesuccia.
Càpito così, dopo essermi fermata al mercato del pesce, che a Venezia è una vista straordinaria, da non perdere davvero data la ricchezza e la varietà del pescato in vendita, càpito –dicevo - in una calle piuttosto scura e umidosa. Mi trovai come per caso davanti a un negozietto, alla cui vetrina erano esposte varie tele, a olio per lo più. Osservando mi resi conto che erano tutte riproduzioni di Botero, in vario formato. Sapete vero? Quel pittore che interpreta tutto il mondo secondo obesi . Donne , uomini e pure animali. Una cosmica visione del grasso è bello. Si trattava però di tele dipinte a olio, non manifesti o stampe incorniciate, o altro. Feci un passo indietro e scorsi sopra la testa una strana insegna. Ossia un enorme tubetto di colore in parte schiacciato, appeso ad un braccio metallico, dondolante sopra l’ingresso.
Incuriosita al massimo, entrai attraverso la macilenta porta a vetri. Intorno a me vedevo solo pareti tappezzate di tele, e non solo Botero, ma pure due Picasso periodo blu, un notevole Van Gogh , tre tele di diverso formato de Il bacio di Klimt, con oro zecchino ( versione costosa) oppure senza oro zecchino ( versione economica).
Nessuno dietro al bancone. Tossicchiai… nessuno...Buonaseraaa…esclamai ad alta voce…Ecco che da un lato si apriva una tenda ed entrava nella stanza una ragazza con addosso un grembiulone tutto sporco di chiazze di colori ad olio. Teneva in mano, con delicatezza infinita, un pennello intriso di rosso cadmio. Sul momento rimasi interdetta. La figliola era di notevole stazza, almeno un quintale….realizzai immediatamente per quale motivo si circondasse di Botero .Era molto sorridente però, una gioiosa immagine di artista.
“ Scusi signorina – chiesi - è lei l’autrice di questi quadri ?”
“ Sì, sono io. Io realizzo queste copie, sono - diciamo - dei falsi veri…conclamati…So riprodurre degli autori, alcuni veramente bene perché li ho studiati da tempo e poi mi piacciono proprio. Però se lei desidera un autore in particolare, mi porti la foto del quadro e io le dico se sono nelle condizioni di riprodurlo…certo non mi porti un Leonardo !!! - rispose con risatina gorgogliante.
“ Posso guardare qua…o lei sta lavorando?”
“ Guardi io sto finendo di là un Matisse, però si guardi attorno con comodo” – e con una piroetta davvero impensabile per la sua mole, la ragazza sparì oltre la tenda.
E così feci. Curiosando trovai due tele davvero singolari. Trattavasi di due ritratti femminili di Tamara de Lempicka, pittrice polacca molto celebre negli anni ’20 e ’30. Tele di giusta dimensione. Una rappresentava una donna molto sognante, dai capelli castano chiari, con un mandolino in grembo. Vestiva un abito molto drappeggiato, nel noto colore preferito dalla De Lempicka , un blu dalla stessa pittrice inventato e che porta il suo nome. L’altra tela, invece, mostrava una donna bruna, i capelli tesi raccolti sulla nuca, con uno sguardo rivolto a destra, molto deciso, la piccola bocca chiusa. Un bel braccio tornito abbandonato lungo il corpo finiva con una mano gentile dalle unghie rosate. Un anello con perla le ornava l’anulare.
Entrambe le figure , alle spalle, non avevano uno sfondo ma delle tende gonfie e accomodate.
Mi trovai indecisa. Le tele ad olio,anzi a spatola su olio, erano veramente ben fatte…La signorina over-size si affacciò nuovamente, sempre sorridendo: “ Allora ha trovato qualche cosa di suo gusto? “
“ Mah….sono incerta tra queste due…avrebbe i quadri originali da farmi vedere?”
“ Certamente” - rispose e chinatasi con una certa fatica trasse da sotto al bancone un grosso album ad anelli. Conteneva decine e decine di foto di quadri inserite in custodie di plastica trasparente.
“ Eccole qua le due signore “ - mi disse la ragazza porgendomi il pesante album. In effetti potei esaminare le fotografie dei due quadri e verificare che davvero la loro esecuzione in copia era ottima.
Forse l’abito della donna con anello era un attimo più chiaro, ma niente di rilevante circa la postura e l’espressione volitiva del volto.
“ Quale prendo” ?
I miei occhi andavano da una all’altra tela. Sguardo sognante…o sguardo realistico ? E poi ho deciso dove mettere questo quadro? In quale stanza? Appeso o appoggiato al muro?
Dopo qualche minuto di tentennamento, sollevai la tela che riproduceva la donna con lo strumento musicale , scegliendo per l’appunto questa.
“ Benissimo “ commentò la signorina, pulendosi le mani in uno straccio coloratissimo e incrostato “ Glielo preparo per portarlo via”….
La dama bruna con lo sguardo deciso rimase appoggiata alla parete del negozio.
Sentivo la signorina avvolgere la tela in una spessa carta da pacchi. Io mi guardavo attorno e commentavo. “ Scusi, ma lei lo sa fare un ritratto ad una persona vera? “ chiesi. “ No, per nulla –mi rispose sincera –io so solo copiare. E non creda sia facile. Non si deve mettere alcun tipo di interpretazione personale. Bisogna saper essere fedeli all’autore. Fe-de-li . Vado a prendere uno spago adatto, scusi”.
Mi trovai per qualche minuto sola. Sola …si fa per dire…sentivo su di me lo sguardo di rimprovero della donna esclusa dalla mia scelta. Ci guardammo a lungo, io e lei. Sembrava dirmi “ ma perché hai preso l’altra, con quello sguardo irreale? Eppoi chi lo suona oggi il mandolino? Io ero la compagna giusta per la tua casa..”
Come ritornò la ragazza , munita di rotolone di spago, le dissi quasi scusandomi..” Ho cambiato idea..se non le dispiace…ho un ripensamento…perferisco l’altra”.
“ Ahhhhh - esclamò tutta allegra la pittrice - sceglie Madame M.. Perché la tela ha questo titolo…Madame M. ! E sa che ne ho fatte diverse? Piace sempre molto…”
In quattro e quattr’otto la signorina rifece un bel pacco , un involucro trattenuto da un robusto spago. Pagai , ancora complimentandomi per le belle cose che sapeva fare, promettendo che le avrei fatto la meritata pubblicità e me ne andai da quello strano laboratorio di copie.
Non vedevo l’ora di arrivare a casa e di scartare Madame M. Dovevamo guardarci ancora ; mi sembrava che la stessa volesse uscire dal pacco, tanto era il mio entusiasmo di averla scelta.
Arrivata a casa, quasi di corsa, nemmeno mi tolsi la giacca. Scartai la tela e l’appoggiai sulla sedia del mio studio. Alla luce del pomeriggio il quadro era ancora più interessante, più intrigante.
Il busto avvolto nell’abito azzurro rivelava una donna giovane, forte, forse sportiva . La posa rilassata ma non molle metteva in risalto lo sguardo elegante e consapevole proprio di una donna che ha tutto dalla vita e sa bene quale sarà il suo destino nell’alta società cui appartiene.
Mi feci un caffè, me lo portai in studio e mi ammirai Madame M. fino alle prime ombre della sera.
All’ora di cena mi misi a carabattolare in cucina, ma ogni tanto capitavo in studio, accendevo la luce e guardavo il quadro. Insomma quella donna mi aveva rapito…
Dopo cena venni presa da una strana curiosità…volevo capire chi fosse questa donna, visto che era realmente esistita, magari qualche notizia riuscivo a scovarla, su di lei.
Accesi il portatile, ecco la connessione a Internet…con una curiosità sottile ma tenace digitai il nome della pittrice Ta-ma-ara De Lem-pi- cka ed ecco apparire una vasta finestra delle sue opere.
Moltissimi ritratti femminili….scorri scorri….ecco la donna con il mandolino….scorri scorri…ecco….ecco … Portrait de Madame M. ! L’originale presenta l’abito con tonalità più chiara della copia da me acquistata ! Però dove rimango di sasso è quando leggo che Madame M. si chiamava Marie-Thérèse , COME ME , e portava un cognome in parte simile al mio…identico nelle prime due sillabe. Era la moglie di un alto magistrato francese e il quadro fu ,all’epoca ,commissionato dal marito quale dono dell’anniversario delle loro nozze.
Sono certa, mi piace pensarlo, che questa Marie Thérèse, ritratta nel 1932, chissà mai come e dove finita nel vortice degli anni, seppur grazie alle mani di una abile copiatrice dalle fattezze strabordanti, abbia voluto assolutamente avere a che fare con me, arrivare nella mia casa.
Desiderava in qualche maniera che ancora si parlasse di lei…
Alla mattina, quando esco , passo per il mio studiolo e, con un cenno della mano, la saluto.
»
- Blog di maria teresa morry
- 1114 letture