Scritto da © maria teresa morry - Gio, 21/06/2012 - 06:35
Propongo un poeta di origine ferrarese, del tutto autodidatta, ma di grandissimo spessore. Come accade, non se ne parla nemmeno più e occorre rintracciarlo in vecchie antologie un poco raffinate come questa di Einaudi sui poeti del Novecento italiano, risalente al 1972 e che non mi risulta riedita.
Govoni è stato ritenuto dalla critica posto tra " liberty e crepuascolarismo", inteso come impasto della sua poetica. Attraverso il verso libero approdò al futurismo e al surrealismo.
In ogni sua formula espressiva Govoni si distingue per la leggerezza, trasparenza del testo, dolcezza dell'immagine.
Bellezze
Il campo di frumento è così bello
solo perchè ci sono dentro
i fiori di papavero e di veccia;
e il tuo volto pallido
perchè è tirato un poco indietro
dal peso della lunga treccia.
(dalla raccolta Il quaderno dei sogni e delle stelle , 1924)
Ofelia
Quest' Ofelia stagnante lungo il fiume
vestita di lemne ora verdi ora rosse
eternamente rosicchiata
dal topo bianco d'acqua della luna
battila o passatore
che bevi e fumi nebbia
pallida Ofelia
sposa dei fulmini che cadono nell'acqua
calamita di pesci e di stelle
limatura di chiarore
battila col tuo remo o passatore
illividisci la neve e il convento
deprava i gigli fa
che di quel corpo di pane inzuppato
non resti che la traccia tremula sul fiume
della fuga del topo d'acqua della luna
che cerca rifugio tra i giunchi
malati di umidità e di vento.
( qui viene ripetuto il tema di Ofelia caro alla lirica francese, da Rimbaud a Rodenbach e diffuso in Italia dai crepuscolari Corazzini, Moretti.)
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