Scritto da © Bruno Amore - Sab, 27/11/2010 - 09:57
In un sogno imbrattato di cenere
di legna consumata in passato
niente altro pareva esistere:
io fascina di stecchi secchi
distrattamente poggiata
nel canto presso il ceppo
che covava ombra di fuoco.
marionetta dall'aria triste
con occhi perduti in un mare
lontano improbabile
dove annegare tra onde di carta
sperando i fianchi dell'orgoglio
serrati stretti da un'edera verde
per consolare la solitudine.
E scoppia improvvisa la fiamma
le labbra le mani a farmi compagnia
gli occhi più brillanti della brace
vincono la notte dell'assenza
e siamo noi e il fuoco vivo.
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