Scritto da © fintipa2 - Dom, 18/09/2011 - 07:55
Odio l’ autunno e l’odierò sempre.
Ci saranno milioni di altri autunni
E cadranno miliardi di foglie
Nei viali coperti di foglie
E gli uomini resteranno uomini
Attaccati alle vipere nei piedi
Senza perdere nessuna delle foglie
Rimpinzate di nausee e veleni
E gli alberi….
Gli alberi sembreranno morire
Ed i poeti faranno bocca a bocca
Inneggiando all’ estremo amore
tutti pazzi per le foglie cadenti
Che succhiano il tramonto
Oddio
Come una sfilata a trinità dei monti
e tutte quelle bambole a scendere le scale
rimaste ferme a bordo campo
con l’anima tagliata
e l’applauso finale alla linfa secca
Non ho nessuna pietà per questi legni
E benedico il cane
che trovò cosa fare del nido morto.
Io stesso dolorante ne declamai.
Me ne pento:
appenderò Pelati alla televisione
o una gigantografia di Patatine
Piangeremo per secoli l’attacco del freddo
Il riposo del dna stremato
Una nuova glaciazione non basterà a proteggerci dai poeti
Che declamano il rosso e la mescola col giallo
Per dipingere la passione del tiglio
dispersa dal maestrale.
L’odore di radici mi perseguiterà
nello stage all’inferno
io che amo la genialità della mimosa
mi accontento di un tango argentino
di vespa su pizza
e cartone nel porto
Jimi
suona per me
te ne prego
soffia ancora nell’anima di un cardellino
non lasciare che il cadavere del mio io
ascolti questo sax
senza anima sui rami di acacia
mentre la luna o un suo fantasma
si schifa dell’odore di finferle
e preferisce il largo
per scaricare in mare i suoi residui bianchi
Voglio dire preferisco Fire o un verso cretino
ad un ramo spezzato caduto nel prato.
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