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Benedetto aveva gli occhi azzurri. E lo sguardo sempre aggrottato.
Quindici anni e le gambe lunghe e magre.
Suonava la chitarra. Bene. Benissimo.
Laura se lo guardava di nascosto “Madonna che bello che è…” e se lo sognava la notte.
E anche il giorno, pure quando c’era… sempre se lo sognava.
Lui suonava e lei spingeva i piccoli seni in fuori, nel costume rosso, piccolo, piccolo, mentre cantava, con davanti il mare. Ma mica lo faceva apposta.
O forse sì.
E gli guardava le mani.
E lui si guardava le mani, sulle corde della chitarra.
Come se non sapesse dove metterle. Le mani. Ma lo sapeva, invece. Solo che…
Quindici anni…
Ogni tanto si sbirciavano. Poi di nuovo a guardarsi le mani.
A toccarsele con gli occhi.
 
E lei cantava, voce bella, e i capelli glieli muoveva il vento, lunghi lunghi e neri e lucidi. C’era da perdere la strada a seguire quelle oscillazioni.
A star dietro alle ciocche leggere. Lacci che annodavano pensieri.
E scioglievano desideri.
Ogni tanto lui tirava su la testa. Era come un tuffo in acqua, dall’alto.
A mani unite.
E sarebbero voluti scappare via. No. Restare. No. Sparire.
Sprofondare nella sabbia.
Dissolti.
Insieme.
 
Respirava fondo Laura, e quei seni piccoli si gonfiavano… ed era peggio.
Lui si guardava le mani e sbirciava i seni. E arrossiva.
Suonava, sguardo aggrottato, tutto rosso e zitto. La testa di nuovo bassa.
E l’aria attorno era tesa. Tutto era teso e il sole scottava ancora e giocava coi grani di sabbia.
Poi, qualcuno
- Basta chitarra, dai! Chi viene al promontorio?
S’erano alzati tutti e il sole cominciava a tramontare…
 
     Lei non aveva mai baciato sulla bocca uno che le piacesse.
Solo alla festa, due mesi prima, s’era trovata sulla sua la bocca di Ugo.
 Ma Ugo era ciccione. Simpatico e ciccione. Caciarone, casinaro e ciccione.
Non le era piaciuto.
S’era portata dietro il ricordo viscido di quell’intrusione. Lo schifo.
Aveva bevuto un sacco di coca cola, dopo, e mangiato quattro panini col tonno e uno col salame.
Non bacio mai più, aveva giurato
Ma Benedetto…
Era bello. Tutto abbronzato. Con le cosce muscolose. Faceva calcio.
E le spalle larghe. E la bocca rosa…dio che bocca…
 
S’erano mossi tutti, verso il promontorio, sulla riva, tra le onde fresche..
Il sole tramontava, addormentandosi come un leone stanco.
Lanciando ruggiti.
Il mare sconfinava negli occhi di Benedetto. E le camminava vicino…
Faceva quasi male a guardarlo…
 
 
(by poetella)

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