Scritto da © Bruno Amore - Gio, 10/05/2012 - 19:13
Aspettami qui che torno, foglio bianco, che non sai aiutarmi. Ho mille cose da dire, raccontare, voglio buttartele in faccia che non ti potrai scansare e, se qualcuna scalfirà appena chi avrà la ventura di leggerle, non preoccuparti, devi soltanto far sì che si veda. Vestirai di un bel nero il tuo eterno bianco, come si conviene allo scritto vero, serio. Caratteri adeguati, studiati da esteti, predeterminati. Il senso lo darò io, che ne sai tu dei patimenti o delle gioie? Conosci i segni, solo segni, cosa dirai se io non li riempio di emozioni? Alcune volte con una goccia di pianto t'ho bagnato, per te non fu gran cosa, che ne sapevi di chi o cosa, l'aveva provocata? Il male è che non so, non posso gridare, altrimenti non starei qui a ticchettare su questa anonima tastiera: segni e simboli che neppure so tutti utilizzare. Vorrei tanto che allagasse la mente una bufera di lemmi, di aggettivi, di tutti quegli strumenti adatti a raccontare, tu certamente li hai visti passare ma, pare, non sia in grado di potermeli suggerire. E allora farò ricorso, come sempre, alla mia fantasia, che non è poca, ma sono carente nella scienza della scrittura, quella cosa che chiamano letteratura. Mi fu sempre ostica, per mia indolente natura, ero affascinato dalle nubi in corsa, dal vento che s'avventava sulle foglie, dai voli degli uccelli, degli insetti, dalla pioggia, come lavacro del male del mondo.
Aspettami qui che torno, foglio bianco, che non sai aiutarmi. Ho mille cose da dire, raccontare, voglio buttartele in faccia che non ti potrai scansare e, se qualcuna scalfirà appena chi avrà la ventura di leggerle, non preoccuparti, devi soltanto far sì che si veda. Vestirai di un bel nero il tuo eterno bianco, come si conviene allo scritto vero, serio. Caratteri adeguati, studiati da esteti, predeterminati. Il senso lo darò io, che ne sai tu dei patimenti o delle gioie? Conosci i segni, solo segni, cosa dirai se io non li riempio di emozioni? Alcune volte con una goccia di pianto t'ho bagnato, per te non fu gran cosa, che ne sapevi di chi o cosa, l'aveva provocata? Il male è che non so, non posso gridare, altrimenti non starei qui a ticchettare su questa anonima tastiera: segni e simboli che neppure so tutti utilizzare. Vorrei tanto che allagasse la mente una bufera di lemmi, di aggettivi, di tutti quegli strumenti adatti a raccontare, tu certamente li hai visti passare ma, pare, non sia in grado di potermeli suggerire. E allora farò ricorso, come sempre, alla mia fantasia, che non è poca, ma sono carente nella scienza della scrittura, quella cosa che chiamano letteratura. Mi fu sempre ostica, per mia indolente natura, ero affascinato dalle nubi in corsa, dal vento che s'avventava sulle foglie, dai voli degli uccelli, degli insetti, dalla pioggia, come lavacro del male del mondo.
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