Scritto da © Anonimo - Sab, 07/11/2009 - 10:14
A quest’ora dovrei essere fluido
avere scalini agili fino all’aquila degli occhi
poi scoprirei la notte angusta.
Che sai notte della meraviglia?
Suoni che portano ombre al congedo dai corpi
il corvo della stanchezza annida nel riposo
passi strascicati dell’arroganza a concia dei cuoi
luci volute che intagliano zigomi passeggeri ma radi
ed infine un pensiero di salto parso sogno
che imbarazza i tetti.
Che sai notte dei balzi?
Dei risvegli ad ostacolo di sonnolenza
degli oltre miliardi di soffi dal petto all’unisono munti
delle perdite di coscienza delle morti temute dei soprassalti
dell’estro che prende alle statue
quando i piccioni esiliano nel buio?
Oh notte, che calze d’indifferenza
portano le tue lancette ai piedi fermi dell’ora!
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