Scritto da © ferdigiordano - Ven, 16/12/2011 - 19:47
All’improvviso evochiamo la danza
in cui il respiro si annota di pesi,
innanzi tutto il posto
dove è posto il piede. Poi,
della stessa pianta, elenchiamo
i precedenti: le orme successive
degli angeli supplenti
protesi da zolle ai sottopiani del vento.
Riconosciamo l’arrivo alla riva
già dai profili, la perdita delle branchie
da come spiaggiamo, gli innumerevoli sotterfugi
per diventare integerrimi sulla Terra
al comodato d’usura.
Io lascio l’alito a questa
finestra, come l’epoca
inonda il frangente.
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