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Poemetto bucolico

 
 
Estiva calura post prandiale
pedante il frinire secco
riempie l'aria densa ferma.
Greggi stretti a farsi ombra
colore della terra sulla terra
riarsa in attesa della sera.
Tutto tace intorno nei campi
cadenzato il rombo della motrice
in sosta al minimo regime
segna l'attesa. Le donne bruciano
all'ombra del portico
il breve sonno della pausa
giacendo, discinte, sulla paglia
prede d'occhi volpini dei garzoni.
Con labbra di blu indelebile
segna sacchi di grano
tempo peso avanzi
infaticabile il fattore.
Una voce un'altra
uno stirar di braccia e gambe
accelera il motore, si riprende.
Ingoia la trebbia ad uno ad uno
i gialli covoni di spighe gonfie
e un tintinnare di chicchi
dal vaglio ai sacchi si conclude.
E' carico il carro, il motore si ferma
ora le voci squillano per l'aia
i motteggi delle donne
le grasse risa di braccianti
nella quiete incipiente crepuscolo.
Sciolti i fazzoletti polverosi
scuotono pagliuzze dai capelli
sulle ultime facezie.
Si sbracciano saluti
andando verso casa.
 
 
 

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