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Fascinatio Nugacitatis

Se vuoi uccidermi usa per esca la meraviglia
(io sono desiderio e tu bellezza). Una fitta mi
trapassa senza ferirmi e getta una costellazione
tra cielo e terra e io fiorisco dopo tanto inverno.
 
Solo io non ho ancora ricevuto come voi
l’esorcismo che mi protegga dallo stupore.
Dalle seduzioni di miriadi di dardi e incantamenti.
Forse mi hanno fatto un voodoo, una stregoneria.
Perché mi ci smarrisco ogni volta senza ritorno.
Naufrago ingenuo ad aver rotto gli ormeggi.
La ragione mi ritiene pazzo, deviato. Non può capire.
Di sfratto in sfratto il cuore ha sostato con le ninfee
del Pliocene. Viaggi infiniti senza colonne d’Ercole.
Sopra una zattera di pietra e una nave di vetro
con un brusio d’arnia e di bestiole nella testa.
Smemorato dal mio smarrimento, la stupefazione
mi disarma come la sorpresa che rintuzza via
un volto nella perdita o nella dimenticanza,
simile al fiato quando alona il vetro dell’effimero.
 
“Perdi tempo”. Li sento dirmi. Ho le loro voci in mente.
Invece ne ho ritrovato di tempo proprio perdendolo
dietro gli stupori che depurano le mie scorie più nere.
 
O tu innocenza che all’aria sembri togliere tutte le impurità!
 
Credimi lettore non avrai altra guida se non
la tua meraviglia: lei la stella e tu il timone,
lei la bussola e tu la clessidra a te stesso.
Segui il germoglio e incamminati sgomento
fino ad uno zodiaco in rovine…
 
Principi e re saranno puniti per non avere occhi
con cui ammirare le meraviglie dei loro regni d’oro.
 
O terrore di morire vuoto attraversando tanta pienezza!

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