Scritto da © Piero Lo Iacono - Lun, 01/11/2010 - 16:38
Pescatori, contadini, pastori,
hanno tanto da dire
ma non riescono ad esprimersi.
E anime diventano alberi. I pensieri pietre.
“Ciò che non esprimo muore”.
E un’Interminabile Lingua tesa
si dissecca per l’accumulo del non detto.
Cede recisa dal non espresso.
O Parola: sferruzzante ago che rammendi!
Il mondo dalla tua cruna dovrò passare.
Crudele Cruna della Parola!
Per questi pescatori
il pesce è ancora il cibo
dei poveri e del digiuno.
E questi pastori dall’estro bovino
governano pascoli e tratturi
di bestiame a piedi.
E i contadini sono ancora
gli ostetrici della terra che furono.
Sanno che il terreno non si coltiva per intero
e ne lasciano un po’ alle erbacce,
una porzione ai fiori
perché vi spuntino spontanei.
Io da voi, gente mia, mi precipito,
col sole nella gola e nelle suole.
Da voi labbra addurite di lebbra!
Laute bocche di buchi e porte
di cui lingua vorrei essere!
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