Scritto da © Anonimo - Mer, 17/02/2010 - 11:43
A Orme - attraversando Gil
Le vedi quelle fiamme fredde annichilite nel verso del mattino?
Sono ferme e vanno ciondoli nel mondo. Si sfuggono
nell’alveo delle forze ignote ai libri.
Sono di lancio dai bicipiti del cosmo, sono le sue orme.
Sobillano la stasi dei pianeti; rotolano all’oscuro
senza sapere aver accanto un’anima.
Un po’ di noi, tutto sommato: noi che cademmo.
Rotola il nostro sasso su quel greto nero e andrà alla foce
di un chissà che - penso ad un percorso
che s’inserra nella forra di un altro tempo, esterno
ad ogni età - ma no,
noi non cadremo.
Mi chiedi se dimorano castori o altre vite di pionieri?
Forse evoluti o sui sedili alle comete:
le solitudini hanno un gusto quando volute in luoghi;
poi, si congiungono le mani e loro stanno.
Non so se credermi ti aiuti, dacchè tu già da solo
reggi un mondo:
è certo che tutto è già o, pure, giacque a inizio di rinnovo.
Così avremo pelle fin quando si potrà
la strana voce
che parla alle tue radici provocando gemme.
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