(Oggi niente di mio, ma una poesia che trovo meravigliosa per lo stile e il contenuto. E' un po' il genere di componimento che reputo più vicino al mio modo di intendere la poesia.)
Non sono il solo a volersi salvare.
Sono anche le parole a preoccuparsi.
S’addentrano nel quadro del poema
con una finta innocenza
che ricorda il momento in cui dipingi
un paesaggio. Non so emozionarmi,
lasciarmi prendere da una distanza
imprecisa che sta tra la paura e
l’amore, tra il ridicolo e la voglia.
Descrivere l’immensità di tutti
i secondi del tempo. E utilizzare
le parole nell’accezione classica
e primaria. Non voglio usarle solo
per dover ringraziare i ricordi
d’avere accompagnato le ombre,
come una saggezza schiva
e sospettosa, che fa ogni sforzo
per non chiarire le cose. Però
sì che potrò averti, senza infrangere
la legge nell’espormi alla dolcezza.
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