Come per caso

Non so perché lo faccio.

Uccido e basta, senza un motivo.

Scelgo una città a caso, un supermercato qualsiasi, uno scaffale qualunque.

Poi faccio quel che devo.

Uccido.

È così terribile, non avere un motivo?

È un problema che non mi turba.

C’è solo un particolare che scelgo con una ragione precisa.

Un dettaglio puramente tecnico, ma fondamentale.

Il dentifricio deve essere all’eucalipto.

Perché è perfetto per nascondere l’odore di mandorle amare: l’aroma tipico del cianuro.

Così, dopo aver iniettato il veleno nel tubetto, ho la certezza che nessuno si accorgerà di nulla, quando in bagno inizierà a lavarsi i denti per l’ultima volta.

Assaporerà sempre lo stesso gusto di menta. Lo stesso sapore consueto di un’abitudine quotidiana.

Solo il finale sarà leggermente diverso.

E così me ne posso andare via con l’anima in pace, esattamente come sono arrivato.

Non aspetto di vedere chi allungherà la mano sullo scaffale e infilerà nel suo carrello il mio tubetto speciale.

Magari sarà una giovane donna innamorata, o forse un uomo con la cravatta intonata e le scarpe giuste.

Non mi importa sapere se qualcuno, dall’altra stanza la mattina dopo, sentirà il rumore di un corpo senza vita cadere sul pavimento.

Forse sarà quello di un ragazzino al suo primo giorno di scuola o di un padre che si sta preparando per un'altra giornata di lavoro.

Cadendo colpirà il marmo del lavandino con la bocca, e i suoi denti voleranno sulle piastrelle del bagno come un mazzo di carte, oppure le ossa del suo zigomo si spezzeranno contro il pianale della doccia, come un calice di vetro.

Forse invece si accascerà dolcemente al suolo e nient’altro. Niente di così spettacolare.

Ma questo, a me, non cambia nulla.

Tutto quello che mi interessa è uccidere.

Ed essere invisibile.

Silenzioso e spietato.

Come la morte, dopotutto.

Come il destino.

Che è un uomo cieco, e senza volto.

E non ha mai nessun motivo, per fare quello che fa..

 

È così terribile, non avere un motivo?