Scritto da © Mariagrazia Tum... - Mar, 07/02/2012 - 22:38
ed ora,
che di me non hai che sabbia
imbustata
tra le frattaglie
del nostro cielo imbevuto di sangue,
che di me non puoi
se non desiderare il mistero lungo
delle nostre fantasie represse,
ora,
che l'affondo della notte
taglia le spirali
delle nostre borghesi abitudini,
distese tra il divano e la consolle laccato bianco,
ora, di quel tempo
che non è più tempo
se non per fissare l'angoscia che torna,
ricamami se puoi
ingorde atmosfere fatate,
che mi rechino il sollievo
quasi sotto le narici che
abbaiano e mordono,
come la cavalcata buona
degli eroi d'un tempo,
che s'apprestavano
a varcare il lume
di una meta impossibile da essere,
eppur così agognata
da restare fissa
come ombra perenne
sul selciato
che divideva il loro
dall'altrui passo.
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