Scritto da © giuseppe pittà - Sab, 19/05/2012 - 23:41
Legge Manuela Verbasi
negli occhi
lo specchio delle
acque più limpide
mischiando la polvere degli
anelli di saturno
contano le sporadiche
tenerezze
le carezze di ieri
riperdute
il sangue gocciola dal
gradino più in alto
pratico di gravità
scende superando l’orlo
la riva di uno dei
sensi più pronunciati
scivola nel palmo di
una sola esaltazione
giù fino al primo soffio di
scala il
pavimento
negli occhi
come sul
broncio della tua
bocca
si mostra di
vapore inutile
soluzione
ai giorni concreti di
uno spaventato risveglio
allunga
la strada di
quel tanto
di liquidi
ormai essiccati
da mostro vero con
la sua ombra
di vera ombra con
il suo padrone
nei respiri
l’indecenza di
uno strappo
nella nudità di
una pelle arrossata
promesse di baci
sospiri di sconcezze
meraviglie che si
aprono al solo futuro
essenziale come il
rito del congedo
una corda è tesa tra
i due palazzi
oggi sembri
uomoragno
spazi da riempire con
l’abilità del vendicatore
perfino dove non c’è
più niente da vendicare
molestando gli
autobus
sotto le gonne
delle finzioni
nei racconti del
nostro domani
quando senza
conoscenza diretta
brillammo insieme di
scintille nei tuoni in
tagli precisi dove
tutti ma proprio tutti
marciando verso un sole
magnifica presenza
nell’abbraccio dell’universo
pratichiamo ancora il
possibile
usurpando da superbi
tutto quel vasto mare
l’impossibile
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- Blog di giuseppe pittà
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