Scritto da © Franca Figliolini - Mer, 23/05/2012 - 23:03
ah, il lirismo perso nei precoci frutti della fretta
che affoga l'oro delle rifiniture in singhiozzi sincopati:
ansiti, così si diceva un tempo, quando le parole
non ci facevano paura. esse vivevano in castelli e, intorno,
ampi giardini all'italiana, animali ritagliati nei cespugli
e ancora quelli vivi. pavoni con le ruote dispiegate
e i loro mille occhi, cigni solenni a guardia del regno,
convolvoli alle mura e pergole di glicine inebriante.
alberi facevano ombra, creavano spazi per l'umore,
nascondigli per i recessi della mente, tane sicure
dove riparare la tristezza. e l'acqua scorreva tutto intorno
nelle fontane che disegnavano il cielo, o riposava
negli stagni pieni di ninfee. tutto concorreva alla bellezza.
che affoga l'oro delle rifiniture in singhiozzi sincopati:
ansiti, così si diceva un tempo, quando le parole
non ci facevano paura. esse vivevano in castelli e, intorno,
ampi giardini all'italiana, animali ritagliati nei cespugli
e ancora quelli vivi. pavoni con le ruote dispiegate
e i loro mille occhi, cigni solenni a guardia del regno,
convolvoli alle mura e pergole di glicine inebriante.
alberi facevano ombra, creavano spazi per l'umore,
nascondigli per i recessi della mente, tane sicure
dove riparare la tristezza. e l'acqua scorreva tutto intorno
nelle fontane che disegnavano il cielo, o riposava
negli stagni pieni di ninfee. tutto concorreva alla bellezza.
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