Scritto da © 'O Malament - Mar, 02/12/2014 - 16:33
Sedette sul muro. Dal luogo perveniva la canzone
alzando per vie traverse scalpitii selvosi libero amanti, centauri
inalberati crocicchi
e voci terrene.
Chi son io per aver udito una sola volta, indovinato il quadrivio
cos'è la mia daga, il cammino?
Tu Diana non giochi, né Apollo, eppure credo, nella polvere
nelle grotte esistere ridere corde. Fato che balza da bocca a bocca, moltiplicatosi tal un volto leonino
Che ingiuria. Dei non uomini!
Ma uomini solo seduti sul muro, sguardi rovesciati che hanno assistito:
La Sfinge. Ah ecco. Ecco il suono. Rimando agli Dei le sofferenze mie
dei discendenti:- Uccido mio padre. Godo di mia madre, l'uccido. Nulla, mi deve essere perdonato
del Canto. La penetrazione del ventre.
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