Scritto da © 'O Malament - Ven, 08/05/2015 - 17:28
Dopo una mezz'ora che su un blog sto ammirando le opere di un'artista, la vedo apparire in chat. Clicco e la contatto per chiederle alcune informazioni su quanto appena da lei pubblicato.
Mi scuso, mi presento come semplice visitatore e chiedo delucidazioni. È gentile, educata, molto preparata, tecnicamente e culturalmente. Riesco a capire di più e ringrazio.
La mia curiosità sarebbe finita con quella chattata se la stessa artista non avesse fatto sorgere anche in se stessa alcune domande. Voleva saperne di più sulle mie richieste.
Inaspettatamente passa al tu e, questa volta, a finire sotto torchio sono io.
- Perché mi hai chiesto delle forme? Archittettoniche? Perché ti sembrano assomigliare a tante spirali?
- Ho pensato alla serie di Fibonacci.
- In effetti...
Non va oltre, mi lascia lì come un interdetto. Dopo poco arriva il suo ciao. È un tipo paziente, non ha fretta né vuol farmene.Vuol lasciarmi a cuocere.
Voto sette. Per ora.
Da curioso quale sono comprendo che ha lanciato qualcosa; vuol stare a vedere se ha lanciato a vuoto oppure no.
Rana pescatrice!
Nei giochi me la cavo anch'io. Torno a visitare il blog passata una quindicina di giorni.
Faccio una panoramica a volo di gabbiano.
Ha ripubblicato due nuove opere, questa volta non ritratti né recensioni, ma una piazza semivuota, e quel che pare la descrizione di una facciata di un edificio. Le definirei metafisiche. Mi ricordano un poco i De Chirico, ma lo stile è più, come dire anzi, meno general-filosofico.
Nelle invenzioni, a mio parere, ha presente se stessa; non può farne a meno.
Questa volta, però, è stata più attenta.
Tolgo il disturbo dopo alcuni minuti di permanenza sul blog senza nemmeno guardare chi sia in chat, senza nemmeno tentare di incocciarla. Non desidero che abbia l'impressione che la stia cercando. Voglio stare a vederla tutta.
Nonostante la sua smagataggine, un punto debole ce l'ha, me lo ripeto: le donne l'attirano, inutile menarsela.
Se sono intelligenti, non troppo superficiali come fanno finta il più delle volte di apparire, hanno capacità di seduzione immense. Questo lo so anch'io che sono pellegrino. Certo, a tutti capita parecchie volte di essere ottimista. Di doversene andare con un detto ormai comune ai due generi: la coda tra le gambe. E ricominciare a dover ridurre, ovvero da capo.
Ma che vada in porto oppure no, almeno ci si è divertiti. Se a vicenda non ci si interrompe, cioé se, a vicenda non ci si considera incompatibili di sorrisi.
- Certo che la fotografia, anche se in b/n, con quei padelloni al magnesio che scoppiavano e il cappuccio sulla testa, per ridurre le distanze è stata una gran bella scoperta, almeno per iniziare- mi fa Eloisa, così dice di chiamarsi l'artista, la prossima volta che, per caso, ci troviamo in chat.
L'argomento è variato. La signora o signorina ha chiesto un giudizio, a me? su una galleria di foto, in particolare su una certa foto che pare eseguita in un parco senza neanche un cane. Tronchi capitozzati, cespugli, prato che parrebbe all'inglese e, nel mezzo, disteso sul prato, un telo bianco triangolare i cui angoli sono appesi a tre paletti.
Ridacchio, l'ho eseguita io involontariamente con la macchinetta automatica quando ho incespicato su una radice del capitozzo, uscendo di corsa da casa di una conoscente inseguito dall'uomo che mi si è parato davanti all'improvviso, e son caduto.
L'automatica mi è stata sequestrata e non ne sapevo più nulla. La foto è stata scattata in orizzontale, rivolta verso l'alto, un poco mossa.
Sinceramente non pensavo meritasse di essere pubblicata.
P.s. Metà del Capitolo che avrei voluto pubblicare su Mistery
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