Scritto da © Mariagrazia Tum... - Mar, 10/01/2012 - 12:50
come spasimo
pulsante a mille,
percorro ansimante
il nutrito ancestrale
della mia memoria,
graffiando raggiante il corpo
muto
che alza orchestrali di primavere assonnate,
ai riverberi del tempo
assommerei
la composta primavera
che osserva da lontano,
il capo chino,
per non sfigurare alle onde imaginarie
ch'accarezzano i destini,
un'altra notte,
volta a spiegar la sua giovane esistenza.
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