Scritto da © Michele Prenna - Sab, 14/11/2009 - 18:44
Mi provo a scrivere in automatico
musico di parole su invisibile rigo
a disegnare immagini nel sogno.
Ad occhi spalancati nel barbaglio
ricerco il fiore ch'è negato al mondo
ch'è oramai piatto nel cervello.
Presi da febbre di consumo tristo
avendo per misura oro e sesso
rari vi amano il vero, il giusto e il bello.
Ma non dispero che domani il verso
riporti alla sua essenza buona l'uomo
se a sè avere non vorrà nome diverso.
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