Scritto da © Anonimo - Ven, 04/12/2009 - 11:37
Semplice di buone braccia
e calda
con le gambe umili per le rotule dei giorni
dove la sottana chiude la sera
senza pelurie intrinseche:
liscio guanto quella pelle scorre
sulle dita
a potersi allungare mani.
Non so se devo un morso. Hai un fianco astrale che ti vedo
e l’altro una distanza agli occhi inutile.
Occhi di cera per la fiammella dolce del tuo ventre
labbra mute e secche
che gonfiano e parlano all’incontro tenere
in uscita da quel corpo vario
che solo tu riponi saggia
garantendo la grazia delle attese.
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