Scritto da © Gino Soloperte - Gio, 21/04/2011 - 10:02
“….Il ragazzo stava sopra un ramo è guardava dove finisce la città,
e guardava oltre a dove finisce il cielo
scendeva prima di cena e ritornava a casa
guardava il piatto e mangiava tanto
nei suoi occhi c’era una strana luce che la gente chiamava: cattiveria
ma la gente che ne sa del suo mondo, dei suoi sogni sotto il cuscino che ne sa ?....”
parte del testo di una canzone di F. De Gregori
Bella canzone come tante di quel De Gregori che abbiamo ascoltato da ragazzi e non capivamo, ora a distanza di anni capisco col senno di poi.
Cosa è rimasto di quel ragazzo?
Oggi mi ritrovo adulto, maturo, con parte dei sogni realizzati e tanta vita non vissuta e meno da vivere.
Allora non salivo sugli alberi, andavo in campagna presso i ruderi di una chiesa mai finita, posta su un’altura, trovavo ombra e rifugio alle mie tempeste interiori ed a quelle della vita quotidiana, guardavo nel vuoto, il cielo, la campagna, le colline degli Iblei e prima di cena ritornavo a casa.
Oggi ho trovato la chat, non sono solo, assumo le identità volute entro in questo mondo virtuale fatto di sogni, dove trovi sesso, poesia, arte e soprattutto menzogne e cattiverie.
Ho viaggiato tanto, sono stato chi nella vita ho solo sognato ed immaginato di essere, che nella realtà si scontra col un mondo gretto e classista. Ho dato sogni ho fatto vivere sogni ed attimi di estasi, ucciso vane glorie dalle mille vite.
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