Scritto da © Nievdinessuno - Sab, 14/01/2017 - 15:44
A te che sorseggi
linee sottili da una finestra:
apri orizzonti
disposti a passarsi
aria fra le serrature,
tramutarla in vento
per cambiare direzione
alle vele di una fiamma,
affinché una candela possa
sostenere i colori
con le corde del dramma,
anche se fa paura,
questo ritratto
digiuna la vecchiaia.
Dimmi perché è entrato
questo colpo al petto
legato come cappio
alle suole dei ragazzi,
perché trama
l'esile rimbalzo
portato da Bisanzio
fino al collo.
Se coagulo a un pallone
il fato capillare di una foglia,
s'addormenta,
scivola via nel silenzio
come se lo navigasse,
come se mangiasse
soltanto il bisbiglio
dal quale proviene.
Nell'acqua sveglierai
gli arbusti di una sola notte
e ne berrai infanzia,
scartando il resto.
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