Scritto da © Nievdinessuno - Mer, 25/02/2015 - 16:55
Scricchiola tra le ante, il monsone,
mosso dall’irrequietezza dei miei passi
col calar della notte sceso al tepore,
lo stesso cavalca la luna
distante qualche centimetro più avanti
degli occhi che mi hai prestato
per vedere altrove, i deserti immaginari
creati dall’andamento delle mie gambe
ancora tremuli tendini viandanti
brulicano nel senso esatto di niente.
Qui, ho lasciato il tuo nome
a distrarre ogni goccia di sangue
che svolazza all’inverno, appena
qualcosa mi riempie
da un angolo svuotato del tutto.
Scricchiola tra le ante, il monsone,
mosso dall’irrequietezza dei miei passi
col calar della notte sceso al tepore,
lo stesso cavalca la luna
distante qualche centimetro più avanti
degli occhi che mi hai prestato
per vedere altrove, i deserti immaginari
creati dall’andamento delle mie gambe
ancora tremuli tendini viandanti
brulicano nel senso esatto di niente.
Qui, ho lasciato il tuo nome
a distrarre ogni goccia di sangue
che svolazza all’inverno, appena
qualcosa mi riempie
da un angolo svuotato del tutto.
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