Scritto da © Nievdinessuno - Dom, 26/01/2014 - 19:35
Il quadro è rimasto acceso
al centro di tettoie
spesse come il volto
verso l’immagine rivolto,
sagoma infetta
di pronta movenza del collo
s’insinua attraverso l’osso
con cura mosso
ad applaudire qualcosa
che sa di bellezza inetta.
Solo rami s’intrecciano
a formare tessuti
e pareti ombrose
paiono sconfitte
dal numero di formiche
che ne assalgono le punte.
Guarda da una finestra
sentenze di fiori
prima cercano le spine
poi sradicano la parola
del significato di martire
appiattirsi sul lato
di una frase incerta.
E’ gingillo il campanello
segna la ritirata,
la corsa più fredda
ai vicoli della speranza
ne fa chiusa
colpevole del suono
appena digiuniamo
la vista delle spalle.
al centro di tettoie
spesse come il volto
verso l’immagine rivolto,
sagoma infetta
di pronta movenza del collo
s’insinua attraverso l’osso
con cura mosso
ad applaudire qualcosa
che sa di bellezza inetta.
Solo rami s’intrecciano
a formare tessuti
e pareti ombrose
paiono sconfitte
dal numero di formiche
che ne assalgono le punte.
Guarda da una finestra
sentenze di fiori
prima cercano le spine
poi sradicano la parola
del significato di martire
appiattirsi sul lato
di una frase incerta.
E’ gingillo il campanello
segna la ritirata,
la corsa più fredda
ai vicoli della speranza
ne fa chiusa
colpevole del suono
appena digiuniamo
la vista delle spalle.
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