Scritto da © Nievdinessuno - Lun, 27/02/2017 - 10:36
Sul piatto
la cena è sfitta
come una stanza
assoldata
per tenerci il ventre
al riparo dal gelo, al sicuro
dal conflitto di un abbraccio
che si sarebbe ridotto a uno strappo,
se avesse sfiorato, soltanto
queste lacere vesti
da cui pendeva la pelle.
Ma
la verità era un acquazzone,
con ogni goccia
avrebbe travolto
il lenzuolo
che ci assomigliava.
Era vergine, come le onde
fluivano lentezza
nel cerchio, per apparire,
per sembrare sempre nuove:
- Scorrere era purificare
la tela grigia
che il cibo
avrebbe sporcato
con l'amaro nella carne -.
- La soluzione era spogliare,
renderci nudi
alle acque
di una vanità
ancor più pura -.
- Era il cuore
pronto a cedere -.
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