Scritto da © Nievdinessuno - Mar, 25/02/2014 - 16:15
Il monaco tenne la croce
dalle pale, salì in cima alla cupola
e ne mise la base al centro,
ma dita di un Cristo
si opposero al fato
che piantò quella notte
coscienza al suo petto
per salvare ogni appello
atteso da un significato.
Prima di chiedere domande
fu come scalare tempie
fra nubi e tossine di un pensiero
in sostegno dei rami
torsi a se stessi, pendoli,
finché il braccio del tempo
non ne afferri i moventi
coi gesti del midollo,
per spezzare o unire
clavicole benedette
con la promessa straniera
di ripararle.
Poi in ginocchio, poté
staccare le dita dalla croce
prima che il sangue
la benedisse.
-E’ legno, solo legno- disse.
-O forse il legno è figlio del sangue-
-Niente più che il nostro legame di padri-.
dalle pale, salì in cima alla cupola
e ne mise la base al centro,
ma dita di un Cristo
si opposero al fato
che piantò quella notte
coscienza al suo petto
per salvare ogni appello
atteso da un significato.
Prima di chiedere domande
fu come scalare tempie
fra nubi e tossine di un pensiero
in sostegno dei rami
torsi a se stessi, pendoli,
finché il braccio del tempo
non ne afferri i moventi
coi gesti del midollo,
per spezzare o unire
clavicole benedette
con la promessa straniera
di ripararle.
Poi in ginocchio, poté
staccare le dita dalla croce
prima che il sangue
la benedisse.
-E’ legno, solo legno- disse.
-O forse il legno è figlio del sangue-
-Niente più che il nostro legame di padri-.
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