Scritto da © Nievdinessuno - Lun, 23/05/2016 - 17:11
Un dolore inatteso
è pane ancora fragile,
fame accucciata
nel buio palpito
piegato fra le linee
d’un piatto mai scrostato.
Un passato appeso,
trespolo bruciato
in cui s’innalzano corpi,
sagome senza forme
di una notte smemorata,
astri tinti da pareti
in un ricordo misto,
attimo con cui pieghe sono rughe
e s’incrociano sulle dita
come piccole marionette
senza più una trama per i fili,
ragnatela chiusa
tra uno sgomento e il tempo,
gioco di dadi
nel caos della mente.
Poi tutto in vento
i primi sciami d’oro
nati come scintille
diramano i sogni alla pelle,
e l’alba acceca
tra le soglie più scure
i confini di un’anima
in cui cerchiamo
di dar nomi alle cose.
è pane ancora fragile,
fame accucciata
nel buio palpito
piegato fra le linee
d’un piatto mai scrostato.
Un passato appeso,
trespolo bruciato
in cui s’innalzano corpi,
sagome senza forme
di una notte smemorata,
astri tinti da pareti
in un ricordo misto,
attimo con cui pieghe sono rughe
e s’incrociano sulle dita
come piccole marionette
senza più una trama per i fili,
ragnatela chiusa
tra uno sgomento e il tempo,
gioco di dadi
nel caos della mente.
Poi tutto in vento
i primi sciami d’oro
nati come scintille
diramano i sogni alla pelle,
e l’alba acceca
tra le soglie più scure
i confini di un’anima
in cui cerchiamo
di dar nomi alle cose.
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